NB: questo è il post originale, successivamente corretto a causa di un errore: la terza raccolta dele firme di cui si parla nell’articolo, quella relativa all’ECI Stato di Diritto, infatti non si è aperta ma si è chiusa l’8 aprile. Qui l’articolo corretto
Qualcosa di eccezionale è successo in questi giorni: mai come in questo momento, infatti, è emerso come le iniziative fondanti dal piratismo siano state proiettate nell’agenda europea da ben tre “iniziative dei cittadini europei” (ICE o ECI: European Citizens‘ Initiative), una già attiva e altre due da attivare entro i prossimi sei mesi.
Merito dei Pirati?
Sì, ma solo per un terzo…
Come già ricordato su queste pagine, la Commissione UE ha approvato la registrazione dell’iniziativa dei cittadini europei dal titolo “Libertà di condividere” promossa dall’associazione GOIPE, formata da cittadini europei residenti in 8 paesi europei, con la quale si chiede di legalizzare il file sharing.
Questa iniziativa è stata promossa da un nucleo di attivisti, molti dei quali sono iscritti a diversi partiti pirata europei, tra cui quello italiano.
Tuttavia, altre due iniziative, che sono storicamente parte delle istanze promosse dal Partito Pirata, sono state portate in Europa da altri nuclei che nulla hanno avuto a che vedere con i Pirati.
La prima delle due riguarda una battaglia storica del Partito Pirata, ossia la creazione di un reddito universale di base, che è stata promossa dai membri dell’associazione Unconditional Basic Income Europe (UBIE), tra i quali l’italiano Michele Gianella, una rete internazionale di attivisti che sostengono l’attuazione del reddito di base in Europa e il suo riconoscimento come diritto umano universale.
La proposta definisce come reddito di base, un’elargizione incondizionata che non deve sostituirsi allo Stato sociale ma completarlo con l’intenzione di trasformarlo dalla funzione assistenziale a una funzione emancipativa.
La seconda proposta, denominata Rispetto dello Stato di diritto all’interno dell’Unione europea è invece focalizzata sulla realizzazione di un meccanismo oggettivo e imparziale per valutare e verificare l’applicazione dei valori dell’Unione europea da parte di tutti gli Stati membri: un requisito essenziale per arrivare alla realizzazione di un’Europa veramente unita e coerente dal punto di vista del rispetto dei diritti.
Anche in questo caso i promotori non sono Pirati ma un gruppo di personalità tra cui vanno ricordati i due promotori italiani Pier Virgilio Dastoli, presidente del Movimento Europeo (sezione italiana del Mouvement Européen) e Marco Cappato, radicale storico e tesoriere dell’associazione Luca Coscioni.
Si tratta in ogni caso di un principio condiviso dalla maggioranza dei pirati europei e che ha, peraltro trovato una affermazione chiara nella mozione congressuale approvata, pur senza valore vincolante, durante il primo congresso nazionale del Partito Pirata Italiano.
Perché servirebbe il sostegno dei pirati italiani ed europei
Il sostegno dei Pirati europei e in particolare di quelli italiani sarebbe fondamentale per diversi ordini di motivi.
Nello specifico, le tre ICE sono così in linea con le istanze pirata che non è davvero necessario neanche spiegare il motivo dell’adesione. Basterebbe la coerenza.
Dal punto di vista tattico, inoltre, sono un’occasione unica per far capire che il movimento Pirata, che da tempo si è schierato a favore di questi temi, è un movimento maturo politicamente e così lungimirante da meritare certamente l’attenzione e possibilmente la fiducia del grande pubblico che, fino ad ora, l’ha considerato poco più che un goliardico drappello di simpatici casinisti senza speranza.
Dal punto di vista della strategia politica, aldilà dell’interesse per il partito, è importante dare la massima evidenza a quello che, oggi, risulta essere l’unico strumento di iniziativa dal basso cui i cittadini europei possano ambire: l’ICE. Ad oggi infatti lo stesso europarlamento non dispone della capacità di iniziativa legislativa, limitandosi solo a discutere e ratificare i provvedimenti della Commissione (che altro non è che l’espressione degli esecutivi dei singoli paesi).
ECI: perché non basta
L’occasione è strategica sia per approfittare dell’opportunità, sia per far capire ai cittadini che questa opportunità è assolutamente insufficiente. Insufficiente per le tempistiche di discussione, per le difficoltà di attivazione e successo, per le gravissime e scandalose carenze informative che l’Europa e i singoli governi nazionali sembrano ben poco propensi a colmare.
Ci auguriamo che la riunione periodica che si svolgerà mercoledì 3 giugno alle 21.30 possa essere un’occasione di discutere l’appoggio alle tre iniziative e di avviare un dibattito virtuoso di sostegno sulla piattaforma deliberativa del partito.
NB: questo è il post originale, successivamente corretto a causa di un errore: la terza raccolta dele firme di cui si parla nell’articolo, quella relativa all’ECI Stato di Diritto, infatti non si è aperta ma si è chiusa l’8 aprile. Qui l’articolo corretto
Qualcosa di eccezionale è successo in questi giorni: mai come in questo momento, infatti, è emerso come le iniziative fondanti dal piratismo siano state proiettate nell’agenda europea da ben tre “iniziative dei cittadini europei” (ICE o ECI: European Citizens‘ Initiative), una già attiva e altre due da attivare entro i prossimi sei mesi.
Merito dei Pirati?
Sì, ma solo per un terzo…
Come già ricordato su queste pagine, la Commissione UE ha approvato la registrazione dell’iniziativa dei cittadini europei dal titolo “Libertà di condividere” promossa dall’associazione GOIPE, formata da cittadini europei residenti in 8 paesi europei, con la quale si chiede di legalizzare il file sharing.
Questa iniziativa è stata promossa da un nucleo di attivisti, molti dei quali sono iscritti a diversi partiti pirata europei, tra cui quello italiano.
Tuttavia, altre due iniziative, che sono storicamente parte delle istanze promosse dal Partito Pirata, sono state portate in Europa da altri nuclei che nulla hanno avuto a che vedere con i Pirati.
La prima delle due riguarda una battaglia storica del Partito Pirata, ossia la creazione di un reddito universale di base, che è stata promossa dai membri dell’associazione Unconditional Basic Income Europe (UBIE), tra i quali l’italiano Michele Gianella, una rete internazionale di attivisti che sostengono l’attuazione del reddito di base in Europa e il suo riconoscimento come diritto umano universale.
La proposta definisce come reddito di base, un’elargizione incondizionata che non deve sostituirsi allo Stato sociale ma completarlo con l’intenzione di trasformarlo dalla funzione assistenziale a una funzione emancipativa.
La seconda proposta, denominata Rispetto dello Stato di diritto all’interno dell’Unione europea è invece focalizzata sulla realizzazione di un meccanismo oggettivo e imparziale per valutare e verificare l’applicazione dei valori dell’Unione europea da parte di tutti gli Stati membri: un requisito essenziale per arrivare alla realizzazione di un’Europa veramente unita e coerente dal punto di vista del rispetto dei diritti.
Anche in questo caso i promotori non sono Pirati ma un gruppo di personalità tra cui vanno ricordati i due promotori italiani Pier Virgilio Dastoli, presidente del Movimento Europeo (sezione italiana del Mouvement Européen) e Marco Cappato, radicale storico e tesoriere dell’associazione Luca Coscioni.
Si tratta in ogni caso di un principio condiviso dalla maggioranza dei pirati europei e che ha, peraltro trovato una affermazione chiara nella mozione congressuale approvata, pur senza valore vincolante, durante il primo congresso nazionale del Partito Pirata Italiano.
Perché servirebbe il sostegno dei pirati italiani ed europei
Il sostegno dei Pirati europei e in particolare di quelli italiani sarebbe fondamentale per diversi ordini di motivi.
Nello specifico, le tre ICE sono così in linea con le istanze pirata che non è davvero necessario neanche spiegare il motivo dell’adesione. Basterebbe la coerenza.
Dal punto di vista tattico, inoltre, sono un’occasione unica per far capire che il movimento Pirata, che da tempo si è schierato a favore di questi temi, è un movimento maturo politicamente e così lungimirante da meritare certamente l’attenzione e possibilmente la fiducia del grande pubblico che, fino ad ora, l’ha considerato poco più che un goliardico drappello di simpatici casinisti senza speranza.
Dal punto di vista della strategia politica, aldilà dell’interesse per il partito, è importante dare la massima evidenza a quello che, oggi, risulta essere l’unico strumento di iniziativa dal basso cui i cittadini europei possano ambire: l’ICE. Ad oggi infatti lo stesso europarlamento non dispone della capacità di iniziativa legislativa, limitandosi solo a discutere e ratificare i provvedimenti della Commissione (che altro non è che l’espressione degli esecutivi dei singoli paesi).
ECI: perché non basta
L’occasione è strategica sia per approfittare dell’opportunità, sia per far capire ai cittadini che questa opportunità è assolutamente insufficiente. Insufficiente per le tempistiche di discussione, per le difficoltà di attivazione e successo, per le gravissime e scandalose carenze informative che l’Europa e i singoli governi nazionali sembrano ben poco propensi a colmare.
Ci auguriamo che la riunione periodica che si svolgerà mercoledì 3 giugno alle 21.30 possa essere un’occasione di discutere l’appoggio alle tre iniziative e di avviare un dibattito virtuoso di sostegno sulla piattaforma deliberativa del partito.