Alle 16.00 sarà trasmessa la 4a commissione “#Lockdown usi e abusi della democrazia” Presiede Marco Confalonieri, Delegato Internazionale del Partito Pirata Partecipano: Rebecca Berto (Avvocato), Fabio Massimo Nicosia (Avvocato, giurista, anarchico), Marco Calamari Tecnologo e attivista, Simona Bonfante (Giornalista, blogger, attivista radicale per i diritti umani e le libertà civili), Francesco Macchia (attivista PP-IT), David Rossmann (cittadino autore di un sogno interrotto)
Temi
Le criticità del lockdown e delle sue conseguenze nel breve, medio e lungo termine.
Normative introdotte in emergenza e che cosa ne resterà
Applicazione delle normative
Comunicazione istituzionale, dei media e loro effetti nella comunicazione peer-to-peer
Emersione di altre problematiche collegate al lockdown
Altro
Interventi
Marco Confalonieri (f00l): La quarta commissione “Lockdown: usi e abusi della democrazia”, vuole approfondire quelle criticità che stanno impattando sulla vita democratica sia per le dimensioni del coinvolgimento sociale, sia per l’impeto normativo spesso contraddittorio e incontrollato, sia per l’approccio della stampa, troppo spesso basato su pregiudizi e fonti non verificate ma anche prono al sentiment dei social.
Francesco Macchia (macfranc): La crisi Covid ha mostrato carenze nella trasparenza e nell’accessibilità alle informazioni ma anche anche agli elementi che influenzano i processi decisionali del legislatore. Come il “confino” fu occasione per creare l’Italia repubblicana e l’Europa non ancora compiuta di Ventotene, il “confinamento” dovrà essere un’occasione di ricostruire il domani. Ricostruire il cittadino che potrà esercitare sovranità anche in base all’accesso alle valutazioni di impatto. È necessario infatti diffondere cultura della legalità, della legislazione e della sostenibilità economica sociale e ambientale attraverso la scuola o la formazione continua/autovalutazione del cittadino, ma anche formazione continua e valutazione pubblica dei rappresentanti eletti.
David Rossmann: Il tentativo “situazionista” di trasformare il lockdown in “sciopero suo malgrado”, con una pagina su Facebook: https://www.facebook.com/Spartacus-strike-102311008106531/. L’iniziativa, pubblicata in più lingue ha subito immediatamente la censura quando diretta in Germania (puoi pubblicare iniziative politiche in Germania solo se “risiedi” nel paese). Sul FB italiano è andata meglio per un paio di giorni MA poi è stato bloccato. Idem in altre lingue. La realtà è che non possiamo sostituire le “piazze reali” con le “piazze virtuali” soprattutto se sono gestite da privati e giganti della comunicazione.
Simona Bonfante: Gli effetti della “Soluzione digitale”: dall’applicazione dello stato di emergenza abbiamo avuto l’esercizio di un vero e proprio stato di polizia. Stupido come tutti gli stati di polizia (i 200 metri sono il paradigma di questa stupidità). Da ciò appare evidente che non possiamo astenerci dal partecipare dalla elaborazione delle regole. E purtroppo i media non stimolano il senso critico ma si prestano solo ad alimentare l’accanimento dei cittadini verso gli altri cittadini. Il tutto questo scenario, la cosa più insopportabile è l’arbitrio delle divere interpretazioni. A noi serve sapere quanto durerà questa situazione. A noi non serve lo spot dell’app ma se le app selezionate dal governo siano rispondenti ai criteri di tutela della privacy e di “visibilità e riusabilità” del codice. A noi non serve il monitoraggio elettronico senza il campionamento tramite i tamponi. Allore la finalità del governo qual è? Tutelarci o spingere al monitoraggio? Infine, il caso dell’app della Regione Lombardia: è un sondaggio? Perché continua a raccogliere i dati anche ora che è ufficializzata l’app governativa?
Marco Calamari: Proviamo ad andare a monte del problema della tecnologia dell’app. L’app probabilmente non farà grandi danni perché sarà inutile! Il problema oggi è che l’app parte tardi per fare ciò che si propone. Piuttosto guardiamo a questa situazione paragonandola con l’11 settembre. Snowden ci ha spiegato dieci anni fa che un’agenzia governativa ha deciso e potuto intercettare internet in pochi anni. La situazione attuale è un 11 settembre su scala globale che lascerà tracce permanenti in tutto il mondo: per esempio lo sdoganamento del controllo sociale. Quindi è giusto fare le pulci all’app ma senza perdere di vista il rischio catastrofico di sbriciolare tutte le barricate che si opponevano al tecnocontrollo.
Fabio Massimo Nicosia: Urge un’iniziativa comune per invocare l’incostituzionalità delle attuali norme restrittive. Gli atti emanati dal governo italiano per il Coronavirus sono gravemente lesivi di diritti individuali e costituzionali, carenti di motivazione, succedutisi caoticamente ed atti ad abusi di ogni tipo. Le conseguenze sociali, pratiche ed economiche iniziano già ad essere evidenti. L’associazione di tutela del cittadino Diritto e Mercato, presieduta dall’avv. Fabio Massimo Nicosia, intende promuovere l’impugnazione innanzi al Tar del Lazio dei Dpcm in materia di coronavirus e degli atti connessi (come la cosiddetta “autodichiarazione”) per dedurne l’illegittimità sotto numerosi profili legislativi e costituzionali, in quanto lesivi di diritti fondamentali. Ventilare il rischio dell’assembramento degli “estremisti” è indicativo dell’attuale clima ma soprattutto il timore che possano effettivamente riversarsi sulle strade gli effetti non tanto del malcontento per le misure restrittive ma proprio delle difficoltà economiche che tanti Italiani non riusciranno a sopportare (mutui insoluti, perdita di lavoro, immersione sotto il livello minimo di sussistenza). Forse questo è un segno di quanto il governo tema che l’attuale situazione non finirà. Link al post su FB: https://www.facebook.com/fmnicosia/posts/3189010181132195
Rebecca Berto: Il coronavirus ha mostrato che il processo di deindustrializzazione è a un livello più avanzato di quanto credessimo. Le difficoltà nella produzione di mascherine sono la testimonianza di come un decentramento produttivo può determinare un mondo meno resistente alle crisi globali. Oggi è entrato nel dibattito il problema della provenienza dei beni, problema che è stato ignorato da troppo tempo; ma anche l’economia immateriale, invocata come esempio della nuova economia, dipende dall’industria estrattiva delle terre rare, tutta esterna al continente europeo. Se le ricadute sociali e ambientali di natura locale (leggi extraeuropee) erano le uniche ad essere considerate riguardo all’estrazione delle terre rare, oggi si pone anche il problema dei monopoli estrattivi, sulle quali la Cina occupa un ruolo di primo piano sia dal punto di vista territoriale che estrattivo. Questa dipendenza dai produttori/esportatori potrà avere impatti drammatici e recessivi sulle nuove tecnologie anche in considerazione dell’attuale pandemia: sia dal punto delle difficoltà logistiche a fronte delle misure restrittive, sia per il crollo previsto dei consumi. I futuri piani di ricostruzione dovranno tenere conto degli attuali salvadanai. Una proposta di legge utile potrebbe essere quella di consentire ai fondi pensione di investire non solo su prodotti ben definiti ma anche sulle aziende e sui centri di ricerca.
David Rossmann: Questo momento è un’occasione per promuovere l’intelligenza collettiva e per non lasciare la palla in mano ai potentati economici.
Marco Calamari: Parlare di anonimato non ha molto senso perché è molto facile deanonimizzare dati acquisiti in forma anonima ma soggetti a tassonomie uniche. Purtroppo il problema è che l’app arriva in ritardo rispetto al contagio e i sistemi di monitoraggio medico dell’infezione sono ancora insufficienti. Allora ci si chiede a cosa serva l’app!
Francesco Macchia: I diritti sono stati a lungo considerati commodity. Li chiamavamo “NON NEGOZIABILI” perché non veniva riconosciuto loro un valore “tangibile” ma oggi, all’improvviso questi diritti rischiano di diventare beni di lusso. I diritti potranno diventare universali solo se riusciremo a diffondere una cultura delle dinamiche globali. In tutto ciò l’economia sarà NON UN NEMICO MA una delle chiavi per aprire il futuro ai cittadini, soprattutto per quello che riguarda i diritti sociali e in questo la proposta di Rebecca costituisca una idea che dovremmo fare nostra.
Marco Confalonieri: ringraziamenti e chiusura dei lavori della commissione.
Alle 16.00 sarà trasmessa la 4a commissione “#Lockdown usi e abusi della democrazia”
Presiede Marco Confalonieri, Delegato Internazionale del Partito Pirata
Partecipano: Rebecca Berto (Avvocato), Fabio Massimo Nicosia (Avvocato, giurista, anarchico), Marco Calamari Tecnologo e attivista, Simona Bonfante (Giornalista, blogger, attivista radicale per i diritti umani e le libertà civili), Francesco Macchia (attivista PP-IT), David Rossmann (cittadino autore di un sogno interrotto)
Temi
Le criticità del lockdown e delle sue conseguenze nel breve, medio e lungo termine.
Interventi
Marco Confalonieri (f00l): La quarta commissione “Lockdown: usi e abusi della democrazia”, vuole approfondire quelle criticità che stanno impattando sulla vita democratica sia per le dimensioni del coinvolgimento sociale, sia per l’impeto normativo spesso contraddittorio e incontrollato, sia per l’approccio della stampa, troppo spesso basato su pregiudizi e fonti non verificate ma anche prono al sentiment dei social.
Francesco Macchia (macfranc): La crisi Covid ha mostrato carenze nella trasparenza e nell’accessibilità alle informazioni ma anche anche agli elementi che influenzano i processi decisionali del legislatore.
Come il “confino” fu occasione per creare l’Italia repubblicana e l’Europa non ancora compiuta di Ventotene, il “confinamento” dovrà essere un’occasione di ricostruire il domani.
Ricostruire il cittadino che potrà esercitare sovranità anche in base all’accesso alle valutazioni di impatto.
È necessario infatti diffondere cultura della legalità, della legislazione e della sostenibilità economica sociale e ambientale attraverso la scuola o la formazione continua/autovalutazione del cittadino, ma anche formazione continua e valutazione pubblica dei rappresentanti eletti.
David Rossmann: Il tentativo “situazionista” di trasformare il lockdown in “sciopero suo malgrado”, con una pagina su Facebook: https://www.facebook.com/Spartacus-strike-102311008106531/.
L’iniziativa, pubblicata in più lingue ha subito immediatamente la censura quando diretta in Germania (puoi pubblicare iniziative politiche in Germania solo se “risiedi” nel paese). Sul FB italiano è andata meglio per un paio di giorni MA poi è stato bloccato. Idem in altre lingue.
La realtà è che non possiamo sostituire le “piazze reali” con le “piazze virtuali” soprattutto se sono gestite da privati e giganti della comunicazione.
Simona Bonfante: Gli effetti della “Soluzione digitale”: dall’applicazione dello stato di emergenza abbiamo avuto l’esercizio di un vero e proprio stato di polizia. Stupido come tutti gli stati di polizia (i 200 metri sono il paradigma di questa stupidità).
Da ciò appare evidente che non possiamo astenerci dal partecipare dalla elaborazione delle regole. E purtroppo i media non stimolano il senso critico ma si prestano solo ad alimentare l’accanimento dei cittadini verso gli altri cittadini.
Il tutto questo scenario, la cosa più insopportabile è l’arbitrio delle divere interpretazioni.
A noi serve sapere quanto durerà questa situazione.
A noi non serve lo spot dell’app ma se le app selezionate dal governo siano rispondenti ai criteri di tutela della privacy e di “visibilità e riusabilità” del codice.
A noi non serve il monitoraggio elettronico senza il campionamento tramite i tamponi.
Allore la finalità del governo qual è? Tutelarci o spingere al monitoraggio?
Infine, il caso dell’app della Regione Lombardia: è un sondaggio? Perché continua a raccogliere i dati anche ora che è ufficializzata l’app governativa?
Marco Calamari: Proviamo ad andare a monte del problema della tecnologia dell’app.
L’app probabilmente non farà grandi danni perché sarà inutile!
Il problema oggi è che l’app parte tardi per fare ciò che si propone.
Piuttosto guardiamo a questa situazione paragonandola con l’11 settembre.
Snowden ci ha spiegato dieci anni fa che un’agenzia governativa ha deciso e potuto intercettare internet in pochi anni.
La situazione attuale è un 11 settembre su scala globale che lascerà tracce permanenti in tutto il mondo: per esempio lo sdoganamento del controllo sociale.
Quindi è giusto fare le pulci all’app ma senza perdere di vista il rischio catastrofico di sbriciolare tutte le barricate che si opponevano al tecnocontrollo.
Fabio Massimo Nicosia: Urge un’iniziativa comune per invocare l’incostituzionalità delle attuali norme restrittive.
Gli atti emanati dal governo italiano per il Coronavirus sono gravemente lesivi di diritti individuali e costituzionali, carenti di motivazione, succedutisi caoticamente ed atti ad abusi di ogni tipo. Le conseguenze sociali, pratiche ed economiche iniziano già ad essere evidenti. L’associazione di tutela del cittadino Diritto e Mercato, presieduta dall’avv. Fabio Massimo Nicosia, intende promuovere l’impugnazione innanzi al Tar del Lazio dei Dpcm in materia di coronavirus e degli atti connessi (come la cosiddetta “autodichiarazione”) per dedurne l’illegittimità sotto numerosi profili legislativi e costituzionali, in quanto lesivi di diritti fondamentali.
Ventilare il rischio dell’assembramento degli “estremisti” è indicativo dell’attuale clima ma soprattutto il timore che possano effettivamente riversarsi sulle strade gli effetti non tanto del malcontento per le misure restrittive ma proprio delle difficoltà economiche che tanti Italiani non riusciranno a sopportare (mutui insoluti, perdita di lavoro, immersione sotto il livello minimo di sussistenza).
Forse questo è un segno di quanto il governo tema che l’attuale situazione non finirà.
Link al post su FB: https://www.facebook.com/fmnicosia/posts/3189010181132195
Rebecca Berto: Il coronavirus ha mostrato che il processo di deindustrializzazione è a un livello più avanzato di quanto credessimo.
Le difficoltà nella produzione di mascherine sono la testimonianza di come un decentramento produttivo può determinare un mondo meno resistente alle crisi globali.
Oggi è entrato nel dibattito il problema della provenienza dei beni, problema che è stato ignorato da troppo tempo; ma anche l’economia immateriale, invocata come esempio della nuova economia, dipende dall’industria estrattiva delle terre rare, tutta esterna al continente europeo.
Se le ricadute sociali e ambientali di natura locale (leggi extraeuropee) erano le uniche ad essere considerate riguardo all’estrazione delle terre rare, oggi si pone anche il problema dei monopoli estrattivi, sulle quali la Cina occupa un ruolo di primo piano sia dal punto di vista territoriale che estrattivo.
Questa dipendenza dai produttori/esportatori potrà avere impatti drammatici e recessivi sulle nuove tecnologie anche in considerazione dell’attuale pandemia: sia dal punto delle difficoltà logistiche a fronte delle misure restrittive, sia per il crollo previsto dei consumi.
I futuri piani di ricostruzione dovranno tenere conto degli attuali salvadanai.
Una proposta di legge utile potrebbe essere quella di consentire ai fondi pensione di investire non solo su prodotti ben definiti ma anche sulle aziende e sui centri di ricerca.
David Rossmann: Questo momento è un’occasione per promuovere l’intelligenza collettiva e per non lasciare la palla in mano ai potentati economici.
Marco Calamari: Parlare di anonimato non ha molto senso perché è molto facile deanonimizzare dati acquisiti in forma anonima ma soggetti a tassonomie uniche.
Purtroppo il problema è che l’app arriva in ritardo rispetto al contagio e i sistemi di monitoraggio medico dell’infezione sono ancora insufficienti.
Allora ci si chiede a cosa serva l’app!
Francesco Macchia: I diritti sono stati a lungo considerati commodity.
Li chiamavamo “NON NEGOZIABILI” perché non veniva riconosciuto loro un valore “tangibile” ma oggi, all’improvviso questi diritti rischiano di diventare beni di lusso.
I diritti potranno diventare universali solo se riusciremo a diffondere una cultura delle dinamiche globali.
In tutto ciò l’economia sarà NON UN NEMICO MA una delle chiavi per aprire il futuro ai cittadini, soprattutto per quello che riguarda i diritti sociali e in questo la proposta di Rebecca costituisca una idea che dovremmo fare nostra.
Marco Confalonieri: ringraziamenti e chiusura dei lavori della commissione.