Dario Musso è stato brutalmente immobilizzato e sedato sull’asfalto del Comune di Ravanusa (Ag) per aver diffuso con un megafono la propria opinione sull’inesistenza della pandemia.
Le forze dell’ordine non hanno provveduto a fermarlo in base alle ordinanze restrittive sul Covid19 né in base all’art. 656 del Codice Penale (pubblicazione o diffusione di notizie false, esagerate o tendenziose, atte a turbare l’ordine pubblico) ma in base a un TSO emesso dal Sindaco e autorizzato da un magistrato.
Tutto ciò ha comportato per la famiglia l’impossibilità di entrare nel reparto di psichiatria dell’ospedale di Canicattì per il diniego opposto dai sanitari alla possibilità di parlare al telefono con il fratello; diniego venuto meno nel pomeriggio del quarto giorno dal fermo e dalla presa in carico nel reparto.
Per come si sta utilizzando nel nostro ordinamento, il TSO sembra purtroppo essere divenuto una zona franca del diritto.
L’intervista di Emiliano Silvestri all’avv. Lillo Massimiliano Musso sulla vicenda del Trattamento Sanitario Obbligatorio subìto dal fratello Dario è inquietante.
Dario Musso è stato brutalmente immobilizzato e sedato sull’asfalto del Comune di Ravanusa (Ag) per aver diffuso con un megafono la propria opinione sull’inesistenza della pandemia.
Le forze dell’ordine non hanno provveduto a fermarlo in base alle ordinanze restrittive sul Covid19 né in base all’art. 656 del Codice Penale (pubblicazione o diffusione di notizie false, esagerate o tendenziose, atte a turbare l’ordine pubblico) ma in base a un TSO emesso dal Sindaco e autorizzato da un magistrato.
Tutto ciò ha comportato per la famiglia l’impossibilità di entrare nel reparto di psichiatria dell’ospedale di Canicattì per il diniego opposto dai sanitari alla possibilità di parlare al telefono con il fratello; diniego venuto meno nel pomeriggio del quarto giorno dal fermo e dalla presa in carico nel reparto.
Per come si sta utilizzando nel nostro ordinamento, il TSO sembra purtroppo essere divenuto una zona franca del diritto.