Il 17 maggio 1902, Valerios Stais, archeologo e direttore del Museo Archeologico di Atene si rese conto sotto le incrostazioni che ricoprivano un antico reperto recuperato nel 1900 da una nave affondata nel II sec. a.C, si nascondeva il più antico calcolatore meccanico a noi giunto.
La “macchina di Anticitera” ci ricorda che senza una condivisione della conoscenza, questa può essere irrimediabilmente perduta.
Il prezzo da pagare può essere quello di perdere secoli di progresso scientifico e tecnologico
Il 17 maggio 1902, Valerios Stais, archeologo e direttore del Museo Archeologico di Atene si rese conto sotto le incrostazioni che ricoprivano un antico reperto recuperato nel 1900 da una nave affondata nel II sec. a.C, si nascondeva il più antico calcolatore meccanico a noi giunto.
La “macchina di Anticitera” ci ricorda che senza una condivisione della conoscenza, questa può essere irrimediabilmente perduta.