Premessa
Se in alcuni paesi europei (in Francia, per esempio) sono in voga da diversi anni alcuni progetti di “degogIizzazione”, ossia di affrancamento dai servizi digitali cloud che condizionano la nostra vita (digitale e reale), o i progetti di individuazione di alternative open source ai programmi proprietari, in Italia queste iniziative sono molto meno conosciute. Il progetto “Le Alternative” è probabilmente uno dei più completi, anche grazie all’ampia comunità che vi partecipa. Invitiamo i lettori a visitare l’intero sito e in particolare questi due post relativi alle condizioni di utilizzo di WhatsApp e alle alternative oggi disponibili.
Per chi ha fretta
WhatsApp condividerà con Facebook i dati personali? Sì ma non per noi cittadini Europei. Allora possiamo stare tranquilli? La risposta è NO!
Premesso che non siamo in grado di sapere con precisione con chi Whatsapp condividerà i nostri dati, il punto è che, grazie alla campagna di aggiornamento policy di whatsapp (e un po’ anche grazie alle recenti “censure” subite dal pur potentissimo Trump), abbiamo capito che il problema è ben altro, ossia che:
- noi, la nostra vita e la nostra comunità dipendiamo completamente da Whatsapp;
- l’integrazione di Facebook, Instagram, Messenger e WhatsApp costituisce un gigantesco laboratorio in cui il signor Zuckemberg può operare i suoi test di analisi comportamentale;
- oggi siamo messi in condizione di “prendere o lasciare” whatsapp: oggi, se “scegliamo whatsapp”, in termini di privacy non cambia poi molto rispetto alla situazione attuale e, tutto sommato, non ci costa nulla restare. Ma il punto non è quanto ci costa restare ma quanto ci costa lasciare. Pertanto la domanda giusta è: “abbiamo la forza di sganciarci da Whatsapp quando lo vogliamo?” Ebbene, siamo onesti: la risposta è NO!
- nessuno dei nostri contatti usa Telegram? Ancora meno di nessuno utilizza Signal? No, non è vero: in tantissimi utilizzano Telegram e Signal ha una comunità che è comunque abbastanza grande. Certo, oggi non possono competere con il numero di utenti di WhatsApp, ma se inizierete a usarle anche voi e a pubblicizzzarle presso i vostri contatti, sempre più persone le useranno e vi renderete conto quanto siano utili e funzionali.
- si vis pacem para bellum, dicevano i Romani. Oggi ci siamo resi conto che non saremmo in grado di lasciare whatsapp (o Facebook. O Instagram. O TikTok. O la piattaforma che oggi non esiste ancora ma che domani magari ci condizionerà) ma dobbiamo iniziare a prepararci il terreno. Tutti insieme;
- forse oggi non siamo pronti a lasciare whatsapp, ma oggi è il giorno in cui dobbiamo iniziare a preparare le valigie.
- “ACCIDENTI, MA IO NON HO SPAZIO PER INSTALLARE ALTRE APP!” Concludiamo il nostro elenco con questa obiezione, per dire a tutti che le aziende tecnologiche sanno benissimo che per chi è monopolista, creare app sempre più grandi è un modo facile per togliere spazio alla concorrenza e per ridurre le vostre opportunità di scelta. Si tratta di una strategia consapevole. Ricordatevene prima di non installare un’app alternativa (e prima di comprare un nuovo smatphone…)
Telegram e Signal in poche parole…
Telegram è un sistema di messaggistica molto più potente di whatsapp: per l’utente standard basta sapere che oltre alle funzionalità di whatsapp (chat privata, gruppi whatsapp, videochiamata, etc) consente:
- la creazione di Canali pubblici: una specie di chat monodirezionale con un indirizzo pubblico in cui solo l’amministratore può scrivere in forma anonima messaggi o notizie leggibili da chiunque (ma se volete gli iscritti potranno commentare i singoli messaggi)
- la creazione di Gruppi pubblici: chat pubbliche per pubblicizzare temi o idee e trovare contributori
- la possibilità di cancellare i file dal telefono senza perderli, a meno che non lo voglliate voi, perché sono sempre disponinbili sul cloud
Attenzione però al fatto che se volete che i messaggi inviati con Telegram siano protetti con crittografia end-to-end, dovete scegliere espressamente la funzione chat segreta (con possibilità di distruggere il messaggio entro un certo tempo)
Signal invece è semplicemente un sistema di messaggistica usato da chiunque voglia mantenere un livello di segretezza alto. Non dispone di tutte le caratteristiche divertenti e fantasiose di whatsapp e di telegram ma è “solo” progettato per essere sicuro, grazie al fatto che:
- i messaggi sono critografati sempre (e quindi mai intercettabili) anche se non lo volete
- a differenza di Whatsapp (che per ogni messaggio memorizza destinatario e mittente, data, ora, luogo, sistema operativo con cui l’hanno fatto, allegati, etc), Signal non vuole memorizzare nulla di voi se non il giorno (non l’ora, ma solo il giorno) in cui avete inviato il messaggio
Cosa fare?
Se oggi ci siamo resi conto che non è facile fuggire da una prigione senza prima costruire un piano di fuga, allora vuol dire che non bisogna più perdere tempo:
- invitiamo subito i nostri contatti più stretti a installare Telegram e Signal;
- cerchiamo di invitare i componenti dei gruppi whatsapp di cui facciamo parte a migrare su Telegram! Ovviamente ci risponderanno che è una scocciatura, ma proviamoci lo stesso e creiamo lo stesso un gruppo telegram con chi c’è;
- Iniziamo a ricordare a tutti i contatti con cui ci messaggiamo più frequentemente di usare Signal e, per qualche giorno, chiediamo almeno una volta, a chiunque ci mandi un messaggio whatsapp, se conosce Signal e se può passare a quella piattaforma
- Informiamoci, informiamo, cerchiamo di essere curiosi, di provare nuove alternative e usciamo finalmente dalla comoda prigione dell’abitudine e del così fan tutti!
Premessa
Se in alcuni paesi europei (in Francia, per esempio) sono in voga da diversi anni alcuni progetti di “degogIizzazione”, ossia di affrancamento dai servizi digitali cloud che condizionano la nostra vita (digitale e reale), o i progetti di individuazione di alternative open source ai programmi proprietari, in Italia queste iniziative sono molto meno conosciute. Il progetto “Le Alternative” è probabilmente uno dei più completi, anche grazie all’ampia comunità che vi partecipa. Invitiamo i lettori a visitare l’intero sito e in particolare questi due post relativi alle condizioni di utilizzo di WhatsApp e alle alternative oggi disponibili.
Per chi ha fretta
WhatsApp condividerà con Facebook i dati personali? Sì ma non per noi cittadini Europei. Allora possiamo stare tranquilli? La risposta è NO!
Premesso che non siamo in grado di sapere con precisione con chi Whatsapp condividerà i nostri dati, il punto è che, grazie alla campagna di aggiornamento policy di whatsapp (e un po’ anche grazie alle recenti “censure” subite dal pur potentissimo Trump), abbiamo capito che il problema è ben altro, ossia che:
Telegram e Signal in poche parole…
Telegram è un sistema di messaggistica molto più potente di whatsapp: per l’utente standard basta sapere che oltre alle funzionalità di whatsapp (chat privata, gruppi whatsapp, videochiamata, etc) consente:
Attenzione però al fatto che se volete che i messaggi inviati con Telegram siano protetti con crittografia end-to-end, dovete scegliere espressamente la funzione chat segreta (con possibilità di distruggere il messaggio entro un certo tempo)
Signal invece è semplicemente un sistema di messaggistica usato da chiunque voglia mantenere un livello di segretezza alto. Non dispone di tutte le caratteristiche divertenti e fantasiose di whatsapp e di telegram ma è “solo” progettato per essere sicuro, grazie al fatto che:
Cosa fare?
Se oggi ci siamo resi conto che non è facile fuggire da una prigione senza prima costruire un piano di fuga, allora vuol dire che non bisogna più perdere tempo: