“Ce lo chiede l’Europa” è il mantra preferito quando la politica nostrana si trova a dover giustificare misure impopolari o foriere di divisioni.
Tuttavia è ancora poco nota la risposta che la nostra politica restituisce all’Europa quando si tratta di richiedere misure che diminuiscano l’arbitrio, la violazione dei diritti, l’abuso dei datori di lavoro, la giustizia ingiusta, la devastazione dell’ambiente, l’omesso controllo sulle banche, la mancanza di trasparenza. Qual è questa risposta? Ma naturalmente è
Procedura di infrazione
Conformemente ai trattati dell’UE, la Commissione può adire le vie legali – con una procedura d’infrazione – contro un paese dell’UE che non attua il diritto dell’Unione europea. La Commissione può deferire il caso alla Corte di giustizia che, in alcuni casi, può imporre sanzioni pecuniarie.
Se il paese dell’UE interessato non ha comunicato le misure che recepiscono completamente le disposizioni delle direttive o non rettifica la presunta violazione del diritto dell’UE, la Commissione può avviare una procedura formale di infrazione. La procedura si articola in più tappe stabilite nei trattati dell’UE, ciascuna delle quali si conclude con una decisione formale:
la Commissione invia una lettera di costituzione in mora con cui richiede ulteriori informazioni al paese in questione, che dovrà inviare una risposta dettagliata entro un termine preciso, in genere due mesi.
Se la Commissione giunge alla conclusione che il paese è venuto meno ai propri obblighi a norma del diritto dell’UE, può inviare un parere motivato, vale a dire una richiesta formale di conformarsi al diritto dell’Unione in cui spiega perché ritiene che il paese violi il diritto dell’UE. La Commissione chiede inoltre al paese interessato di comunicarle le misure adottate entro un termine preciso, in genere due mesi.
Se il paese continua a non conformarsi alla legislazione, la Commissione può decidere di deferirlo alla Corte di giustizia. La maggior parte dei casi viene risolta prima di essere sottoposta alla Corte.
Se un paese dell’UE non comunica le misure che attuano le disposizioni di una direttiva in tempo utile, la Commissione può chiedere alla Corte di imporre sanzioni.
Se la Corte ritiene che il paese in questione abbia violato il diritto dell’Unione, le autorità nazionali devono adottare misure per conformarsi alle disposizioni della sentenza della Corte.
Se, nonostante la sentenza della Corte di giustizia, il paese continua a non rettificare la situazione, la Commissione può deferirlo dinanzi alla Corte. Quando un paese viene deferito alla Corte di giustizia per la seconda volta, la Commissione propone che la Corte imponga sanzioni pecuniarie, che possono consistere in una somma forfettaria e/o in pagamenti giornalieri.
La Commissione ha deciso in data odierna di deferire l’Italia alla Corte di giustizia dell’UE per il mancato adempimento di tutti gli obblighi in materia di scambio di informazioni previsti dalle norme dell’UE in materia di cooperazione transfrontaliera nella lotta al terrorismo e alla criminalità transfrontaliera (decisioni Prüm, decisioni 2008/615/GAI e 2008/616/GAI del Consiglio).
Gli Stati membri avrebbero dovuto attuare pienamente le nuove norme entro agosto 2011. La Commissione ha avviato una procedura di infrazione inviando una lettera di costituzione in mora all’Italia, seguita nel 2017 da un parere motivato, in cui chiedeva allo Stato membro di rispettare pienamente gli obblighi giuridici. Nonostante le ripetute indagini sui progressi compiuti dallo Stato membro nell’adempimento dei suoi obblighi, a tutt’oggi l’Italia non consente ancora agli altri Stati membri di accedere ai suoi dati relativi al DNA, alle impronte digitali e all’immatricolazione dei veicoli.
Diritti procedurali: la Commissione esorta 8 paesi dell’UE ad attuare le norme dell’UE sul diritto di avvalersi di un difensore
La Commissione ha deciso in data odierna di inviare una lettera di costituzione in mora a 6 paesi dell’UE: Austria, Italia, Paesi Bassi, Polonia, Romania e Svezia, per la mancata piena attuazione della direttiva sul diritto di avvalersi di un difensore (direttiva 2013/48/UE).
La direttiva garantisce che fin dalle prime fasi del fermo di polizia i minori non possano essere privati della libertà personale senza che un terzo idoneo ne sia a conoscenza. Le lacune individuate riguardano la notifica di un adulto idoneo qualora informare il titolare della responsabilità genitoriale in merito alla privazione della libertà personale sia contrario all’interesse superiore del minore.
Distacco dei lavoratori: la Commissione invita 24 Stati membri a conformarsi alla direttiva di applicazione della direttiva UE relativa al distacco dei lavoratori
La Commissione ha deciso oggi di avviare procedure di infrazione inviando lettere di costituzione in mora a Belgio, Bulgaria, Cechia, Danimarca, Germania, Estonia, Irlanda, Grecia, Francia, Croazia, Italia, Cipro, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Ungheria, Malta, Paesi Bassi, Austria, Polonia, Romania, Slovenia,Slovacchia e Finlandia per il mancato allineamento di varie disposizioni nazionali alla direttiva di applicazione relativa al distacco dei lavoratori ( 2014/67/UE).
In particolare la direttiva di applicazione definisce gli obblighi amministrativi e le misure di controllo che gli Stati membri possono imporre per vigilare sul rispetto delle norme in materia di distacco dei lavoratori; difende i diritti dei lavoratori distaccati e li protegge da ritorsioni; garantisce la tutela dei diritti dei lavoratori distaccati in situazioni di subcontratto; garantisce l’effettiva applicazione e riscossione delle sanzioni amministrative e ammende in tutti gli Stati membri dell’UE; obbliga gli Stati membri a predisporre sanzioni effettive, proporzionate e dissuasive. La Commissione sta avviando un dialogo con i 24 Stati membri dell’UE che non hanno recepito correttamente alcune o tutte le suddette disposizioni della direttiva.
La Commissione intende garantire che le norme in vigore facciano sì che il distacco dei lavoratori continui ad esistere nel mercato unico senza inutili ostacoli per i datori di lavoro, tutelando nel contempo i diritti dei lavoratori distaccati.
Diritto del lavoro dell’UE: la Commissione invita l’ITALIA a modificare la legislazione relativa alle condizioni di lavoro dei magistrati onorari
La Commissione ha deciso oggi di avviare una procedura di infrazione inviando una lettera di costituzione in mora all’Italia in quanto la legislazione nazionale applicabile ai magistrati onorari non è pienamente conforme al diritto del lavoro dell’UE.
Risanamento e risoluzione delle crisi delle banche: la Commissione invita 9 Stati membri a comunicare le misure nazionali di recepimento delle norme dell’UE sulla capacità di assorbimento delle perdite e di ricapitalizzazione
La Commissione ha deciso oggi di inviare pareri motivati a Belgio, Cechia, Italia, Lituania, Lettonia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo e Romania a motivo del mancato recepimento nell’ordinamento nazionale delle norme rivedute dell’UE in materia di risanamento e risoluzione delle banche (direttiva (UE) 2019/879), in particolare la direttiva sul risanamento e la risoluzione delle banche II, che attua la norma, adottata dal Consiglio per la stabilità finanziaria (FSB), sulla capacità totale di assorbimento delle perdite (Total Loss-Absorbing Capacity, TLAC) per le banche di rilevanza sistemica a livello globale e migliora l’applicazione del requisito minimo di fondi propri e passività ammissibili (minimum requirement for own funds and eligible liabilities, MREL) per tutte le banche.
Natura: la Commissione invita l’ITALIA a conformarsi alla legislazione dell’UE in materia di protezione della natura
La Commissione invita l’Italia a garantire un’adeguata protezione degli habitat e delle specie ai sensi della direttiva 92/43/CEE del Consiglio (direttiva Habitat) e della direttiva 2009/147/CE (direttiva Uccelli). Ai sensi della direttiva Habitat e della direttiva Uccelli, gli Stati membri hanno convenuto di sviluppare una rete Natura 2000 europea coerente proponendo siti di importanza comunitaria (SIC) adeguati e classificando le zone di protezione speciale (ZPS).
Allo stato attuale la rete Natura 2000 dell’Italia non comprende nella misura adeguata tutti i diversi tipi di habitat e le specie che necessitano di protezione. Le lacune più gravi riguardano le specie marine, come la foca monaca mediterranea, tartaruga marina comune e il tursiope, e gli habitat marini, come le scogliere.
Biodiversità: la Commissione invita 18 Stati membri a proteggere l’ambiente dalle specie esotiche invasive
La Commissione invita Belgio, Bulgaria, Cechia, Germania, Irlanda, Grecia, Spagna, Francia, Croazia, Italia, Cipro, Lettonia, Lituania, Polonia, Portogallo, Romania, Slovenia e Slovacchia ad attuare varie disposizioni del regolamento 1143/2014 recante disposizioni volte a prevenire e gestire l’introduzione e la diffusione delle specie esotiche invasive.
Acqua potabile: la Commissione deferisce l’ITALIA alla Corte di giustizia per la fornitura di acqua potabile non sicura
La Commissione ha deciso oggi di deferire l’Italia alla Corte di giustizia per mancato rispetto delle prescrizioni della direttiva sull’acqua potabile (direttiva 98/83/CE). La direttiva impone agli Stati membri di garantire che le acque destinate al consumo umano siano salubri e pulite, e richiede che nell’acqua potabile non siano presenti microrganismi e parassiti, né sostanze che potrebbero rappresentare un pericolo per la salute umana. Il Green Deal europeo fissa per l’UE l’obiettivo “inquinamento zero”.
La Commissione deferisce l’Italia alla Corte di giustizia poiché da molto tempo in alcune zone della provincia di Viterbo, in Lazio, i livelli di arsenico e fluoruro nell’acqua potabile superano i valori parametrici stabiliti dalla direttiva sull’acqua potabile: ciò può danneggiare la salute umana, in particolare quella dei bambini. Sono 6 le zone in cui i livelli sicuri di arsenico nell’acqua potabile restano al di sopra delle soglie di sicurezza: Bagnoregio, Civitella d’Agliano, Fabrica di Roma, Farnese, Ronciglione e Tuscania. Nelle zone di Bagnoregio e Fabrica di Roma sono state inoltre superate le soglie di sicurezza per il fluoruro.
Ritardi di pagamento negli appalti pubblici: la Commissione invita l’ITALIA e la SPAGNA a garantire che le imprese siano pagate nei termini
La Commissione ha deciso oggi di inviare una lettera di costituzione in mora all’Italia e un parere motivato alla Spagna per non conformità delle rispettive legislazioni nazionali alla direttiva sui ritardi di pagamento (direttiva 2011/7/UE). I ritardi di pagamento hanno effetti negativi sulle aziende in quanto ne riducono la liquidità, ne impediscono la crescita e ostacolano la loro resilienza e la loro capacità di diventare più ecologiche e più digitali.
Porti: la Commissione invita la CROAZIA, l’ITALIA e la SLOVENIA a rispettare gli obblighi di notifica
La Commissione ha oggi deciso di inviare lettere di costituzione in mora alla Croazia, all’Italia e alla Slovenia per non aver rispettato appieno alcuni obblighi di notifica previsti dal regolamento (UE) 2017/352 (regolamento sui servizi portuali). Il regolamento è inteso a creare condizioni di parità nel settore portuale, fornire certezza giuridica agli operatori portuali e creare un clima più favorevole per l’efficienza degli investimenti pubblici e privati.
Credito ipotecario: la Commissione chiede all’ITALIA di recepire pienamente la direttiva sul credito ipotecario e di aprire il mercato agli intermediari del credito
La Commissione ha deciso di inviare una lettera di costituzione in mora all’Italia con la richiesta di conformarsi all’obbligo di attuare tutte le disposizioni della direttiva sul credito ipotecario (direttiva 2014/17/UE). La Commissione chiede in particolare all’Italia di adottare e notificare le disposizioni relative alla libertà di stabilimento e alla libera circolazione dei servizi degli intermediari del credito, come pure alla loro vigilanza. L’obiettivo della direttiva sul credito ipotecario è rafforzare la protezione dei consumatori in questo settore e promuovere la concorrenza, aprendo, tra l’altro, i mercati nazionali agli intermediari del credito.
Servizi: la Commissione chiede all’ITALIA di garantire trasparenza e parità di trattamento per quanto riguarda le concessioni balneari
La Commissione ha deciso in data odierna di inviare una lettera di costituzione in mora all’Italia in merito al rilascio di autorizzazioni relative all’uso del demanio marittimo per il turismo balneare e i servizi ricreativi (concessioni balneari). Gli Stati membri sono tenuti a garantire che le autorizzazioni, il cui numero è limitato per via della scarsità delle risorse naturali (ad esempio le spiagge), siano rilasciate per un periodo limitato e mediante una procedura di selezione aperta, pubblica e basata su criteri non discriminatori, trasparenti e oggettivi. L’obiettivo è fornire a tutti i prestatori di servizi interessati – attuali e futuri – la possibilità di competere per l’accesso a tali risorse limitate, di promuovere l’innovazione e la concorrenza leale e offrire vantaggi ai consumatori e alle imprese, proteggendo nel contempo i cittadini dal rischio di monopolizzazione di tali risorse.
La Commissione ritiene che la normativa italiana, oltre a essere incompatibile con il diritto dell’UE, sia in contrasto con la sostanza della sentenza della CGUE sopra menzionata e crei incertezza giuridica per i servizi turistici balneari, scoraggi gli investimenti in un settore fondamentale per l’economia italiana e già duramente colpito dalla pandemia di coronavirus, causando nel contempo una perdita di reddito potenzialmente significativa per le autorità locali italiane.
Trasporto su strada: la Commissione invita l’ITALIA e l’UNGHERIA ad accettare fornitori del servizio europeo di telepedaggio nei rispettivi mercati
La Commissione ha deciso in data odierna di inviare lettere di costituzione in mora all’Italia e all’Ungheria per non aver ottemperato agli obblighi previsti dalla direttiva 2004/52/CE e dalla decisione 2009/750/CE riguardanti l’accettazione di fornitori del servizio europeo di telepedaggio (SET) nei settori sottoposti a pedaggio rispettivamente dell’Italia e dell’Ungheria. Le norme europee riguardano l’ingresso sul mercato di fornitori di servizi di telepedaggio e svolgono un ruolo fondamentale nella creazione di un mercato comune per i servizi SET in Europa e nel conseguimento dell’interoperabilità per gli utenti.
Requisiti di sicurezza per le gallerie: la Commissione esorta il BELGIO, la BULGARIA, la CROAZIA, l’ITALIA e la SPAGNA ad attuare pienamente la direttiva sulle misure di sicurezza nelle grandi gallerie stradali
La Commissione ha deciso in data odierna di inviare pareri motivati al Belgio, alla Bulgaria, alla Croazia, all’Italia e alla Spagna per non aver rispettato la totalità delle prescrizioni previste dalla direttiva 2004/54/CE che stabilisce requisiti minimi di sicurezza relativi all’infrastruttura e all’esercizio delle gallerie. La direttiva si applica a tutte le gallerie della rete stradale transeuropea di lunghezza superiore a 500 metri.
Mandato di arresto europeo: la Commissione avvia una procedura di infrazione nei confronti della CECHIA, dell’ESTONIA, dell’ITALIA, della LITUANIA, dell’AUSTRIA e della POLONIA per il recepimento incompleto e non corretto di norme dell’UE
La Commissione ha deciso in data odierna di inviare lettere di costituzione in mora alla Cechia, all’Estonia, all’Italia, alla Lituania, all’Austria e alla Polonia per il recepimento incompleto e/o non corretto della decisione quadro sul mandato di arresto europeo (2002/584/GAI). Il mandato di arresto europeo prevede procedure giudiziarie transfrontaliere di consegna semplificate: se un giudice o un magistrato di uno Stato membro emette un mandato di arresto e di detenzione di una persona sospettata di aver commesso un reato grave, tale mandato è valido in tutto il territorio dell’UE. In vigore sin dal 1º gennaio 2004, il mandato ha sostituito le lunghe procedure di estradizione fino ad allora in uso tra gli Stati membri dell’UE. Al fine di garantire il corretto funzionamento del mandato di arresto europeo è fondamentale che tutti gli Stati membri recepiscano pienamente e correttamente nel proprio diritto nazionale tutte le disposizioni della decisione quadro. La Cechia, l’Estonia, l’Italia, la Lituania, l’Austria e la Polonia hanno omesso di farlo, per esempio riservando un trattamento di favore ai propri cittadini rispetto ai cittadini di altri Stati membri o fornendo ulteriori motivi di rifiuto di mandati non previsti nella decisione quadro.
Prestazione energetica nell’edilizia: la Commissione invita 13 STATI MEMBRI e il REGNO UNITO a presentare le loro strategie nazionali di ristrutturazione a lungo termine
La Commissione ha deciso in data odierna di inviare lettere di costituzione in mora a Belgio, Bulgaria, Croazia, Grecia, Ungheria, Italia, Lituania, Malta, Polonia, Portogallo, Slovacchia, Slovenia, Romania, come anche al Regno Unito, per non aver presentato la le loro strategie nazionali di ristrutturazione a lungo termine. Ai sensi della direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia (direttiva 2010/31/UE), gli Stati membri erano tenuti a presentare alla Commissione le loro strategie nazionali di ristrutturazione a lungo termine entro il 10 marzo 2020.
Condizioni di lavoro: la Commissione esorta l’ITALIA a prevenire l’abuso di contratti a tempo determinato e ad evitare condizioni di lavoro discriminatorie nel settore pubblico
La Commissione ha deciso in data odierna di inviare una lettera di costituzione in mora complementare all’Italia, paese in cui i lavoratori del settore pubblico non sono ancora sufficientemente tutelati contro la discriminazione e l’utilizzo abusivo della successione di contratti a tempo determinato come previsto dalle norme dell’UE (direttiva 1999/70/CE del Consiglio). Ad oggi diverse categorie di lavoratori del settore pubblico in Italia non sono tutelati contro l’utilizzo della successione di contratti a tempo determinato. Tra questi, insegnanti, operatori sanitari, lavoratori del settore dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica, personale di alcune fondazioni di produzione musicale, personale accademico, lavoratori agricoli e volontari dei vigili del fuoco nazionali. A questi lavoratori sono riservate anche condizioni lavorative meno favorevoli rispetto ai lavoratori a tempo indeterminato. Inoltre, l’Italia non ha predisposto garanzie sufficienti per impedire le discriminazioni in relazione all’anzianità. Nel luglio 2019 la Commissione ha avviato la procedura di infrazione mediante l’invio alle autorità italiane di una lettera di costituzione in mora. Poiché le spiegazioni fornite dall’Italia non sono state soddisfacenti, la Commissione sta dando seguito alla procedura con l’invio di un’ulteriore lettera di costituzione in mora.
Rifiuti radioattivi: la Commissione invita l’AUSTRIA, la CROAZIA e l’ITALIA ad adottare un programma nazionale per la gestione dei rifiuti radioattivi conforme alle norme dell’UE
La Commissione ha deciso in data odierna di inviare lettere di costituzione in mora all’Austria, alla Croazia e all’Italia per non aver adottato un programma nazionale per la gestione dei rifiuti radioattivi conforme ai requisiti previsti dalla direttiva sul combustibile nucleare esaurito e sui rifiuti radioattivi (direttiva 2011/70/Euratom del Consiglio). I rifiuti radioattivi derivano dalla produzione di energia elettrica in centrali nucleari, ma anche dall’uso di materiali radioattivi per scopi non legati alla produzione di energia elettrica, tra cui scopi medici, di ricerca, industriali e agricoli. Questo significa che tutti gli Stati membri producono rifiuti radioattivi.
L’Europa somiglia molto più a una soluzione che a un problema. Il problema è l’Italia
Siamo in compagnia di diverse altre nazioni, ma la realtà è che alcune delle sacche di abuso e opacità tipiche dell’Italia non vengono sanate malgrado l’Unione Europea ci chieda di farlo.
Come se non bastasse non risolvere problemi che costano all’Italia in termini di efficienza, trasparenza, benessere e diritti (in breve in termini di civiltà) siamo costretti a pagare anche sanzioni pecuniarie dovute all’incapacità del nostro Governo e del nostro Parlamento.
“Ce lo chiede l’Europa” è il mantra preferito quando la politica nostrana si trova a dover giustificare misure impopolari o foriere di divisioni.
Tuttavia è ancora poco nota la risposta che la nostra politica restituisce all’Europa quando si tratta di richiedere misure che diminuiscano l’arbitrio, la violazione dei diritti, l’abuso dei datori di lavoro, la giustizia ingiusta, la devastazione dell’ambiente, l’omesso controllo sulle banche, la mancanza di trasparenza. Qual è questa risposta? Ma naturalmente è
Procedura di infrazione
Conformemente ai trattati dell’UE, la Commissione può adire le vie legali – con una procedura d’infrazione – contro un paese dell’UE che non attua il diritto dell’Unione europea. La Commissione può deferire il caso alla Corte di giustizia che, in alcuni casi, può imporre sanzioni pecuniarie.
Se il paese dell’UE interessato non ha comunicato le misure che recepiscono completamente le disposizioni delle direttive o non rettifica la presunta violazione del diritto dell’UE, la Commissione può avviare una procedura formale di infrazione. La procedura si articola in più tappe stabilite nei trattati dell’UE, ciascuna delle quali si conclude con una decisione formale:
Se, nonostante la sentenza della Corte di giustizia, il paese continua a non rettificare la situazione, la Commissione può deferirlo dinanzi alla Corte. Quando un paese viene deferito alla Corte di giustizia per la seconda volta, la Commissione propone che la Corte imponga sanzioni pecuniarie, che possono consistere in una somma forfettaria e/o in pagamenti giornalieri.
Quali sono le infrazioni?
Lotta alla criminalità: la Commissione deferisce l’ITALIA alla Corte di giustizia per lacune nella condivisione delle informazioni per combattere il terrorismo e la criminalità
La Commissione ha deciso in data odierna di deferire l’Italia alla Corte di giustizia dell’UE per il mancato adempimento di tutti gli obblighi in materia di scambio di informazioni previsti dalle norme dell’UE in materia di cooperazione transfrontaliera nella lotta al terrorismo e alla criminalità transfrontaliera (decisioni Prüm, decisioni 2008/615/GAI e 2008/616/GAI del Consiglio).
Gli Stati membri avrebbero dovuto attuare pienamente le nuove norme entro agosto 2011. La Commissione ha avviato una procedura di infrazione inviando una lettera di costituzione in mora all’Italia, seguita nel 2017 da un parere motivato, in cui chiedeva allo Stato membro di rispettare pienamente gli obblighi giuridici. Nonostante le ripetute indagini sui progressi compiuti dallo Stato membro nell’adempimento dei suoi obblighi, a tutt’oggi l’Italia non consente ancora agli altri Stati membri di accedere ai suoi dati relativi al DNA, alle impronte digitali e all’immatricolazione dei veicoli.
Diritti procedurali: la Commissione esorta 8 paesi dell’UE ad attuare le norme dell’UE sul diritto di avvalersi di un difensore
La Commissione ha deciso in data odierna di inviare una lettera di costituzione in mora a 6 paesi dell’UE: Austria, Italia, Paesi Bassi, Polonia, Romania e Svezia, per la mancata piena attuazione della direttiva sul diritto di avvalersi di un difensore (direttiva 2013/48/UE).
La direttiva garantisce che fin dalle prime fasi del fermo di polizia i minori non possano essere privati della libertà personale senza che un terzo idoneo ne sia a conoscenza. Le lacune individuate riguardano la notifica di un adulto idoneo qualora informare il titolare della responsabilità genitoriale in merito alla privazione della libertà personale sia contrario all’interesse superiore del minore.
Distacco dei lavoratori: la Commissione invita 24 Stati membri a conformarsi alla direttiva di applicazione della direttiva UE relativa al distacco dei lavoratori
La Commissione ha deciso oggi di avviare procedure di infrazione inviando lettere di costituzione in mora a Belgio, Bulgaria, Cechia, Danimarca, Germania, Estonia, Irlanda, Grecia, Francia, Croazia, Italia, Cipro, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Ungheria, Malta, Paesi Bassi, Austria, Polonia, Romania, Slovenia, Slovacchia e Finlandia per il mancato allineamento di varie disposizioni nazionali alla direttiva di applicazione relativa al distacco dei lavoratori ( 2014/67/UE).
In particolare la direttiva di applicazione definisce gli obblighi amministrativi e le misure di controllo che gli Stati membri possono imporre per vigilare sul rispetto delle norme in materia di distacco dei lavoratori; difende i diritti dei lavoratori distaccati e li protegge da ritorsioni; garantisce la tutela dei diritti dei lavoratori distaccati in situazioni di subcontratto; garantisce l’effettiva applicazione e riscossione delle sanzioni amministrative e ammende in tutti gli Stati membri dell’UE; obbliga gli Stati membri a predisporre sanzioni effettive, proporzionate e dissuasive. La Commissione sta avviando un dialogo con i 24 Stati membri dell’UE che non hanno recepito correttamente alcune o tutte le suddette disposizioni della direttiva.
La Commissione intende garantire che le norme in vigore facciano sì che il distacco dei lavoratori continui ad esistere nel mercato unico senza inutili ostacoli per i datori di lavoro, tutelando nel contempo i diritti dei lavoratori distaccati.
Diritto del lavoro dell’UE: la Commissione invita l’ITALIA a modificare la legislazione relativa alle condizioni di lavoro dei magistrati onorari
La Commissione ha deciso oggi di avviare una procedura di infrazione inviando una lettera di costituzione in mora all’Italia in quanto la legislazione nazionale applicabile ai magistrati onorari non è pienamente conforme al diritto del lavoro dell’UE.
Risanamento e risoluzione delle crisi delle banche: la Commissione invita 9 Stati membri a comunicare le misure nazionali di recepimento delle norme dell’UE sulla capacità di assorbimento delle perdite e di ricapitalizzazione
La Commissione ha deciso oggi di inviare pareri motivati a Belgio, Cechia, Italia, Lituania, Lettonia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo e Romania a motivo del mancato recepimento nell’ordinamento nazionale delle norme rivedute dell’UE in materia di risanamento e risoluzione delle banche (direttiva (UE) 2019/879), in particolare la direttiva sul risanamento e la risoluzione delle banche II, che attua la norma, adottata dal Consiglio per la stabilità finanziaria (FSB), sulla capacità totale di assorbimento delle perdite (Total Loss-Absorbing Capacity, TLAC) per le banche di rilevanza sistemica a livello globale e migliora l’applicazione del requisito minimo di fondi propri e passività ammissibili (minimum requirement for own funds and eligible liabilities, MREL) per tutte le banche.
Natura: la Commissione invita l’ITALIA a conformarsi alla legislazione dell’UE in materia di protezione della natura
La Commissione invita l’Italia a garantire un’adeguata protezione degli habitat e delle specie ai sensi della direttiva 92/43/CEE del Consiglio (direttiva Habitat) e della direttiva 2009/147/CE (direttiva Uccelli). Ai sensi della direttiva Habitat e della direttiva Uccelli, gli Stati membri hanno convenuto di sviluppare una rete Natura 2000 europea coerente proponendo siti di importanza comunitaria (SIC) adeguati e classificando le zone di protezione speciale (ZPS).
Allo stato attuale la rete Natura 2000 dell’Italia non comprende nella misura adeguata tutti i diversi tipi di habitat e le specie che necessitano di protezione. Le lacune più gravi riguardano le specie marine, come la foca monaca mediterranea, tartaruga marina comune e il tursiope, e gli habitat marini, come le scogliere.
Biodiversità: la Commissione invita 18 Stati membri a proteggere l’ambiente dalle specie esotiche invasive
La Commissione invita Belgio, Bulgaria, Cechia, Germania, Irlanda, Grecia, Spagna, Francia, Croazia, Italia, Cipro, Lettonia, Lituania, Polonia, Portogallo, Romania, Slovenia e Slovacchia ad attuare varie disposizioni del regolamento 1143/2014 recante disposizioni volte a prevenire e gestire l’introduzione e la diffusione delle specie esotiche invasive.
Acqua potabile: la Commissione deferisce l’ITALIA alla Corte di giustizia per la fornitura di acqua potabile non sicura
La Commissione ha deciso oggi di deferire l’Italia alla Corte di giustizia per mancato rispetto delle prescrizioni della direttiva sull’acqua potabile (direttiva 98/83/CE). La direttiva impone agli Stati membri di garantire che le acque destinate al consumo umano siano salubri e pulite, e richiede che nell’acqua potabile non siano presenti microrganismi e parassiti, né sostanze che potrebbero rappresentare un pericolo per la salute umana. Il Green Deal europeo fissa per l’UE l’obiettivo “inquinamento zero”.
La Commissione deferisce l’Italia alla Corte di giustizia poiché da molto tempo in alcune zone della provincia di Viterbo, in Lazio, i livelli di arsenico e fluoruro nell’acqua potabile superano i valori parametrici stabiliti dalla direttiva sull’acqua potabile: ciò può danneggiare la salute umana, in particolare quella dei bambini. Sono 6 le zone in cui i livelli sicuri di arsenico nell’acqua potabile restano al di sopra delle soglie di sicurezza: Bagnoregio, Civitella d’Agliano, Fabrica di Roma, Farnese, Ronciglione e Tuscania. Nelle zone di Bagnoregio e Fabrica di Roma sono state inoltre superate le soglie di sicurezza per il fluoruro.
Ritardi di pagamento negli appalti pubblici: la Commissione invita l’ITALIA e la SPAGNA a garantire che le imprese siano pagate nei termini
La Commissione ha deciso oggi di inviare una lettera di costituzione in mora all’Italia e un parere motivato alla Spagna per non conformità delle rispettive legislazioni nazionali alla direttiva sui ritardi di pagamento (direttiva 2011/7/UE). I ritardi di pagamento hanno effetti negativi sulle aziende in quanto ne riducono la liquidità, ne impediscono la crescita e ostacolano la loro resilienza e la loro capacità di diventare più ecologiche e più digitali.
Porti: la Commissione invita la CROAZIA, l’ITALIA e la SLOVENIA a rispettare gli obblighi di notifica
La Commissione ha oggi deciso di inviare lettere di costituzione in mora alla Croazia, all’Italia e alla Slovenia per non aver rispettato appieno alcuni obblighi di notifica previsti dal regolamento (UE) 2017/352 (regolamento sui servizi portuali). Il regolamento è inteso a creare condizioni di parità nel settore portuale, fornire certezza giuridica agli operatori portuali e creare un clima più favorevole per l’efficienza degli investimenti pubblici e privati.
Credito ipotecario: la Commissione chiede all’ITALIA di recepire pienamente la direttiva sul credito ipotecario e di aprire il mercato agli intermediari del credito
La Commissione ha deciso di inviare una lettera di costituzione in mora all’Italia con la richiesta di conformarsi all’obbligo di attuare tutte le disposizioni della direttiva sul credito ipotecario (direttiva 2014/17/UE). La Commissione chiede in particolare all’Italia di adottare e notificare le disposizioni relative alla libertà di stabilimento e alla libera circolazione dei servizi degli intermediari del credito, come pure alla loro vigilanza. L’obiettivo della direttiva sul credito ipotecario è rafforzare la protezione dei consumatori in questo settore e promuovere la concorrenza, aprendo, tra l’altro, i mercati nazionali agli intermediari del credito.
Servizi: la Commissione chiede all’ITALIA di garantire trasparenza e parità di trattamento per quanto riguarda le concessioni balneari
La Commissione ha deciso in data odierna di inviare una lettera di costituzione in mora all’Italia in merito al rilascio di autorizzazioni relative all’uso del demanio marittimo per il turismo balneare e i servizi ricreativi (concessioni balneari). Gli Stati membri sono tenuti a garantire che le autorizzazioni, il cui numero è limitato per via della scarsità delle risorse naturali (ad esempio le spiagge), siano rilasciate per un periodo limitato e mediante una procedura di selezione aperta, pubblica e basata su criteri non discriminatori, trasparenti e oggettivi. L’obiettivo è fornire a tutti i prestatori di servizi interessati – attuali e futuri – la possibilità di competere per l’accesso a tali risorse limitate, di promuovere l’innovazione e la concorrenza leale e offrire vantaggi ai consumatori e alle imprese, proteggendo nel contempo i cittadini dal rischio di monopolizzazione di tali risorse.
La Commissione ritiene che la normativa italiana, oltre a essere incompatibile con il diritto dell’UE, sia in contrasto con la sostanza della sentenza della CGUE sopra menzionata e crei incertezza giuridica per i servizi turistici balneari, scoraggi gli investimenti in un settore fondamentale per l’economia italiana e già duramente colpito dalla pandemia di coronavirus, causando nel contempo una perdita di reddito potenzialmente significativa per le autorità locali italiane.
Trasporto su strada: la Commissione invita l’ITALIA e l’UNGHERIA ad accettare fornitori del servizio europeo di telepedaggio nei rispettivi mercati
La Commissione ha deciso in data odierna di inviare lettere di costituzione in mora all’Italia e all’Ungheria per non aver ottemperato agli obblighi previsti dalla direttiva 2004/52/CE e dalla decisione 2009/750/CE riguardanti l’accettazione di fornitori del servizio europeo di telepedaggio (SET) nei settori sottoposti a pedaggio rispettivamente dell’Italia e dell’Ungheria. Le norme europee riguardano l’ingresso sul mercato di fornitori di servizi di telepedaggio e svolgono un ruolo fondamentale nella creazione di un mercato comune per i servizi SET in Europa e nel conseguimento dell’interoperabilità per gli utenti.
Requisiti di sicurezza per le gallerie: la Commissione esorta il BELGIO, la BULGARIA, la CROAZIA, l’ITALIA e la SPAGNA ad attuare pienamente la direttiva sulle misure di sicurezza nelle grandi gallerie stradali
La Commissione ha deciso in data odierna di inviare pareri motivati al Belgio, alla Bulgaria, alla Croazia, all’Italia e alla Spagna per non aver rispettato la totalità delle prescrizioni previste dalla direttiva 2004/54/CE che stabilisce requisiti minimi di sicurezza relativi all’infrastruttura e all’esercizio delle gallerie. La direttiva si applica a tutte le gallerie della rete stradale transeuropea di lunghezza superiore a 500 metri.
Mandato di arresto europeo: la Commissione avvia una procedura di infrazione nei confronti della CECHIA, dell’ESTONIA, dell’ITALIA, della LITUANIA, dell’AUSTRIA e della POLONIA per il recepimento incompleto e non corretto di norme dell’UE
La Commissione ha deciso in data odierna di inviare lettere di costituzione in mora alla Cechia, all’Estonia, all’Italia, alla Lituania, all’Austria e alla Polonia per il recepimento incompleto e/o non corretto della decisione quadro sul mandato di arresto europeo (2002/584/GAI). Il mandato di arresto europeo prevede procedure giudiziarie transfrontaliere di consegna semplificate: se un giudice o un magistrato di uno Stato membro emette un mandato di arresto e di detenzione di una persona sospettata di aver commesso un reato grave, tale mandato è valido in tutto il territorio dell’UE. In vigore sin dal 1º gennaio 2004, il mandato ha sostituito le lunghe procedure di estradizione fino ad allora in uso tra gli Stati membri dell’UE. Al fine di garantire il corretto funzionamento del mandato di arresto europeo è fondamentale che tutti gli Stati membri recepiscano pienamente e correttamente nel proprio diritto nazionale tutte le disposizioni della decisione quadro. La Cechia, l’Estonia, l’Italia, la Lituania, l’Austria e la Polonia hanno omesso di farlo, per esempio riservando un trattamento di favore ai propri cittadini rispetto ai cittadini di altri Stati membri o fornendo ulteriori motivi di rifiuto di mandati non previsti nella decisione quadro.
Prestazione energetica nell’edilizia: la Commissione invita 13 STATI MEMBRI e il REGNO UNITO a presentare le loro strategie nazionali di ristrutturazione a lungo termine
La Commissione ha deciso in data odierna di inviare lettere di costituzione in mora a Belgio, Bulgaria, Croazia, Grecia, Ungheria, Italia, Lituania, Malta, Polonia, Portogallo, Slovacchia, Slovenia, Romania, come anche al Regno Unito, per non aver presentato la le loro strategie nazionali di ristrutturazione a lungo termine. Ai sensi della direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia (direttiva 2010/31/UE), gli Stati membri erano tenuti a presentare alla Commissione le loro strategie nazionali di ristrutturazione a lungo termine entro il 10 marzo 2020.
Condizioni di lavoro: la Commissione esorta l’ITALIA a prevenire l’abuso di contratti a tempo determinato e ad evitare condizioni di lavoro discriminatorie nel settore pubblico
La Commissione ha deciso in data odierna di inviare una lettera di costituzione in mora complementare all’Italia, paese in cui i lavoratori del settore pubblico non sono ancora sufficientemente tutelati contro la discriminazione e l’utilizzo abusivo della successione di contratti a tempo determinato come previsto dalle norme dell’UE (direttiva 1999/70/CE del Consiglio). Ad oggi diverse categorie di lavoratori del settore pubblico in Italia non sono tutelati contro l’utilizzo della successione di contratti a tempo determinato. Tra questi, insegnanti, operatori sanitari, lavoratori del settore dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica, personale di alcune fondazioni di produzione musicale, personale accademico, lavoratori agricoli e volontari dei vigili del fuoco nazionali. A questi lavoratori sono riservate anche condizioni lavorative meno favorevoli rispetto ai lavoratori a tempo indeterminato. Inoltre, l’Italia non ha predisposto garanzie sufficienti per impedire le discriminazioni in relazione all’anzianità. Nel luglio 2019 la Commissione ha avviato la procedura di infrazione mediante l’invio alle autorità italiane di una lettera di costituzione in mora. Poiché le spiegazioni fornite dall’Italia non sono state soddisfacenti, la Commissione sta dando seguito alla procedura con l’invio di un’ulteriore lettera di costituzione in mora.
Rifiuti radioattivi: la Commissione invita l’AUSTRIA, la CROAZIA e l’ITALIA ad adottare un programma nazionale per la gestione dei rifiuti radioattivi conforme alle norme dell’UE
La Commissione ha deciso in data odierna di inviare lettere di costituzione in mora all’Austria, alla Croazia e all’Italia per non aver adottato un programma nazionale per la gestione dei rifiuti radioattivi conforme ai requisiti previsti dalla direttiva sul combustibile nucleare esaurito e sui rifiuti radioattivi (direttiva 2011/70/Euratom del Consiglio). I rifiuti radioattivi derivano dalla produzione di energia elettrica in centrali nucleari, ma anche dall’uso di materiali radioattivi per scopi non legati alla produzione di energia elettrica, tra cui scopi medici, di ricerca, industriali e agricoli. Questo significa che tutti gli Stati membri producono rifiuti radioattivi.
L’Europa somiglia molto più a una soluzione che a un problema. Il problema è l’Italia
Siamo in compagnia di diverse altre nazioni, ma la realtà è che alcune delle sacche di abuso e opacità tipiche dell’Italia non vengono sanate malgrado l’Unione Europea ci chieda di farlo.
Come se non bastasse non risolvere problemi che costano all’Italia in termini di efficienza, trasparenza, benessere e diritti (in breve in termini di civiltà) siamo costretti a pagare anche sanzioni pecuniarie dovute all’incapacità del nostro Governo e del nostro Parlamento.