L’Estonia è uno dei paesi che viene solitamente citato come esempio relativamente al voto elettronico, ed in particolare al voto online. In realtà la situazione estone è tutt’altro che esemplare in questo campo, almeno agli occhi di qualcuno abituati agli standard democratici occidentali.
La Repubblica d’Estonia il più settentrionale dei Paesi Baltici, con i quali è spesso accomunata da simili vicende storiche; tuttavia la lingua e la cultura non sono di origine baltica ma ugrofinnica, come la vicina Finlandia, e per questo aspira maggiormente a essere considerata come uno stato nordico pur non essendolo ufficialmente. Lo stato è uno dei primi al mondo per innovazione, diffusione ed utilizzo delle nuove tecnologie, come Internet e l’e-commerce, tanto da guadagnarsi il soprannome di e-stonia. L’Estonia è passata all’euro il 1º gennaio 2011, divenendo il diciassettesimo membro dell’eurozona. (fonte Wikipedia).
Solo il 20 agosto 1991, con la dissoluzione dell’Unione Sovietica, l’Estonia ebbe riconosciuta l’indipendenza. Vennero ammessi e resi pubblici dai sovietici, l’aggressione e l’accordo segreto coi nazisti del 1939. La nazione dichiarò quindi ritrovata e restaurata l’indipendenza del 1918, secondo il principio giuridico della continuità (ossia che il paese ugro-finnico non avesse mai cessato di esistere e che l’era sovietica fosse solamente da considerarsi come un periodo di occupazione militare straniera). Il 12 settembre dello stesso anno si firmò con l’URSS il trattato che avrebbe portato le truppe armate sovietiche ad abbandonare definitivamente il paese.
La superficie del Paese, poco più grande della Svizzera. Nel 1990 gli abitanti erano circa 1.570.000 scesi poi fino a 1.294.455 secondo il censimento del 2011. Dal dopoguerra, a causa dell’intensa opera di “russificazione“, cioè il processo di forzata assimilazione delle popolazioni diverse nella cultura russa, e di “deportazione” dell’etnia estone, compiuta dai sovietici nei periodi dell’occupazione (1940–1941 e 1944–1991), la proporzione della popolazione totale di estoni etnici era scesa al 61,8%, mentre il secondo gruppo etnico era il russo con il 35% della popolazione
Con il ripristino dell’indipendenza nel 1991 ed il rimpatrio delle truppe straniere sovietiche presenti nel territorio estone, vi è stata una massiccia diminuzione di popolazione russa nel paese. Da quel momento è tendenzialmente in aumento la quota della maggioranza di etnia estone (passata dal 61% al 70% circa nel 2012), rispetto agli slavi, (diminuiti da oltre 35% a circa il 24% nel 2012).
Questi aspetti storici e in particolare la composizione etnica assume un particolare valore per la struttura democratica del paese che, anche attraverso l’adozione del voto online, ha inteso ridurre il peso politico delle minoranze, ed in particolare di quella russa, generalmente meno scolarizzata e moderno, anche permettendo il voto degli estoni all’estero o comunque inducendo un diretto controllo di voto dei gruppi familiari.
Alcuni aspetti in particolare sono stati criticati nel voto elettronico estone:
suffragio universale: il voto estone è stato criticato perché ha distorto in maniera significativa il suffragio sottorappresentando le minoranze di etnia russa in quanto la sua adozione ha permesso alle elite estoni, spesso neppure presenti sul territorio nazionale, o comunque non personalmente identificabili di partecipare al voto online, dove l’identità personale era garantita solo dalla presenza di una carta di indentità elettronica e non da un riconoscimento d’autorità, come invece avviene nella stragrande maggioranza dei paesi di democrazia avanzata;
libertà di voto: ricerche indipendenti hanno verificato, attraverso la valutazione dei tempi di acquisizione dei voti, che le preferenze espresse online godevano di bassisima variabilità, confermando l’ipotesi di ricerca che i voti fossero coordinati a livello di nucleo familiare sotto il controllo di una singola decisione, difficile parlare di «libertà di voto» in questo caso;
segretezza il gruppo di esperti indipendenti invitati a supervisionare il voto estone ha trovato notevoli possibilità di manipolare il voto, che avveniva su terminali non controllati nelle case dei votanti, attraverso l’iniezione di virus e malware nella piattaforma che permettevano, nella migliore delle ipotesi la divulgazione del voto, nella peggiore l’effettiva manipolazione.
Può avere una prima idea delle questioni è possibile leggere quest’articolo del Guardian:
Lo stato ‘smart’ estone è un esempio di estrema invasione nella privacy del cittadino discendente dalla precedente situazione di controllo sociale sovietico che molto mal si accorda con la sensibilità verso la privacy individuale delle moderne democrazie occidentali. All’interno di questo modello, il voto elettronico non è che uno dei tasselli più critici.
E-voting e il caso Estonia UNA RISPOSTA Buongiorno,ho letto la sua analisi sul voto elettronico in Estonia che si conclude affermando che «Il voto elettronico è quindi in…
L’Estonia è uno dei paesi che viene solitamente citato come esempio relativamente al voto elettronico, ed in particolare al voto online. In realtà la situazione estone è tutt’altro che esemplare in questo campo, almeno agli occhi di qualcuno abituati agli standard democratici occidentali.
La Repubblica d’Estonia il più settentrionale dei Paesi Baltici, con i quali è spesso accomunata da simili vicende storiche; tuttavia la lingua e la cultura non sono di origine baltica ma ugrofinnica, come la vicina Finlandia, e per questo aspira maggiormente a essere considerata come uno stato nordico pur non essendolo ufficialmente. Lo stato è uno dei primi al mondo per innovazione, diffusione ed utilizzo delle nuove tecnologie, come Internet e l’e-commerce, tanto da guadagnarsi il soprannome di e-stonia. L’Estonia è passata all’euro il 1º gennaio 2011, divenendo il diciassettesimo membro dell’eurozona. (fonte Wikipedia).
Solo il 20 agosto 1991, con la dissoluzione dell’Unione Sovietica, l’Estonia ebbe riconosciuta l’indipendenza. Vennero ammessi e resi pubblici dai sovietici, l’aggressione e l’accordo segreto coi nazisti del 1939. La nazione dichiarò quindi ritrovata e restaurata l’indipendenza del 1918, secondo il principio giuridico della continuità (ossia che il paese ugro-finnico non avesse mai cessato di esistere e che l’era sovietica fosse solamente da considerarsi come un periodo di occupazione militare straniera). Il 12 settembre dello stesso anno si firmò con l’URSS il trattato che avrebbe portato le truppe armate sovietiche ad abbandonare definitivamente il paese.
La superficie del Paese, poco più grande della Svizzera. Nel 1990 gli abitanti erano circa 1.570.000 scesi poi fino a 1.294.455 secondo il censimento del 2011. Dal dopoguerra, a causa dell’intensa opera di “russificazione“, cioè il processo di forzata assimilazione delle popolazioni diverse nella cultura russa, e di “deportazione” dell’etnia estone, compiuta dai sovietici nei periodi dell’occupazione (1940–1941 e 1944–1991), la proporzione della popolazione totale di estoni etnici era scesa al 61,8%, mentre il secondo gruppo etnico era il russo con il 35% della popolazione
Con il ripristino dell’indipendenza nel 1991 ed il rimpatrio delle truppe straniere sovietiche presenti nel territorio estone, vi è stata una massiccia diminuzione di popolazione russa nel paese. Da quel momento è tendenzialmente in aumento la quota della maggioranza di etnia estone (passata dal 61% al 70% circa nel 2012), rispetto agli slavi, (diminuiti da oltre 35% a circa il 24% nel 2012).
Questi aspetti storici e in particolare la composizione etnica assume un particolare valore per la struttura democratica del paese che, anche attraverso l’adozione del voto online, ha inteso ridurre il peso politico delle minoranze, ed in particolare di quella russa, generalmente meno scolarizzata e moderno, anche permettendo il voto degli estoni all’estero o comunque inducendo un diretto controllo di voto dei gruppi familiari.
Alcuni aspetti in particolare sono stati criticati nel voto elettronico estone:
Può avere una prima idea delle questioni è possibile leggere quest’articolo del Guardian:
Lo stato ‘smart’ estone è un esempio di estrema invasione nella privacy del cittadino discendente dalla precedente situazione di controllo sociale sovietico che molto mal si accorda con la sensibilità verso la privacy individuale delle moderne democrazie occidentali. All’interno di questo modello, il voto elettronico non è che uno dei tasselli più critici.
Articoli disponibili nel blog di CRVD:
COLLOQUIO Di Andrew Whyte, su ERR News (tradotto da CRVD.org) L’Estonia ha tenuto due elezioni nel 2019, le elezioni generali del 3 marzo…
UNA RISPOSTA Buongiorno,ho letto la sua analisi sul voto elettronico in Estonia che si conclude affermando che «Il voto elettronico è quindi in…
Gentile Direttore, nell’articolo di Giovanni Lamberti «Il M5s vuole il voto elettronico per le prossime Politiche» del 20 gennaio 2019 https://www.agi.it/politica/voto_online_elettronico_m5s-487