Buongiorno, ho letto la sua analisi sul voto elettronico in Estonia che si conclude affermando che «Il voto elettronico è quindi in grado di fornire risposte conformi alle esigenze costituzionali». Ciò perché il voto elettronico, come quello Estone, garantirebbe i «seguenti principi costituzionali»
suffragio universale
libertà di voto
segretezza.
È bello quando qualcuno esprime incrollabili certezze ed sempre un po’ brutto dover infrangere quelle altrui ma purtroppo è mio compito, come segretario del Comitato sui Requisit del Voto in Democrazia richiamarla ad alcune, piccole, questioni che non ha evidentemente considerato in questo suo motivato giudizio costituzionale. La Corte Costituzionale italiana non è stata mai chiamata a deliberare in materia di voto elettronico, è speranza appunto del nostro comitato che lo sia. Affermare che il voto elettronico fornisca risposte alle esigenze costituzionali in Italia poiché adottato in una repubblica ex-sovietica forse è una tesi azzardata.
La Corte Costituzionale tedesca invece ha affrontato il problema del voto elettronico e pur non escludendolo in teoria ne ha chiaramente decretato la fine in Germania quando ha determinato che il voto elettronico risulta essere incompatibile con la Costituzione, con le fondamenta dello stato di diritto, della Repubblica e della democrazia stessa in quanto l’utilizzo di macchine per il voto, che registrano elettronicamente le scelte degli elettori e gestiscono l’aggregazione e la comunicazione del risultato elettorale, soddisferebbe i requisiti costituzionali solo se i passaggi essenziali del voto e della constatazione del risultato potessero essere esaminati in modo affidabile e senza alcuna conoscenza specialistica della materia da parte di qualsiasi cittadino. Abbiamo integralmente tradotto la sentenza della Corte e pubblicata online qui:
Il sistema elettorale estone sarebbe assolutamente anticostituzionale in Germania. Ma scendendo nel dettaglio dei principi elettorali che sarebbero garantiti, secondo lei, dal voto estone andrebbe detto che:
suffragio universale: il voto estone è stato criticato proprio perché ha distorto in maniera significativa il suffragio sottorappresentando le minoranze di etnia russa in quanto la sua adozione ha permesso alle elite estoni, spesso neppure presenti sul territorio nazionale, o comunque non personalmente identificabili di partecipare al voto online, dove l’identità personale era garantita solo dalla presenza di una carta di indentità elettronica e non da un riconoscimento d’autorità, come invece avviene nella stragrande maggioranza dei paesi di democrazia avanzata;
libertà di voto: ricerche indipendenti hanno verificato, attraverso la valutazione dei tempi di acquisizione dei voti, che le preferenze espresse online godevano di bassisima variabilità, confermando l’ipotesi di ricerca che i voti fossero coordinati a livello di nucleo familiare sotto il controllo di una singola decisione, difficile parlare di «libertà di voto» in questo caso;
segretezza il gruppo di esperti indipendenti invitati a supervisionare il voto estone ha trovato notevoli possibilità di manipolare il voto, che avveniva su terminali non controllati nelle case dei votanti, attraverso l’iniezione di virus e malware nella piattaforma che permettevano, nella migliore delle ipotesi la divulgazione del voto, nella peggiore l’effettiva manipolazione.
Può avere una prima idea delle questioni in quest’articolo del Guardian, ma sarò felice se vuole girarle la vasta letteratura che ho raccolto sull’argomento.
Lo stato ‘smart’ estone è un esempio di estrema invasione nella privacy del cittadino discendente dalla precedente situazione di controllo sociale sovietico che molto mal si accorda con la sensibilità verso la privacy individuale delle moderne democrazie occidentali. All’interno di questo modello, il voto elettronico non è che uno dei tasselli più critici.
Nella speranza di aver fatto cosa utile la invito a considerare la lettura del nostro blog e delle risorse sul sito dove stiamo tentando di fare chiarezza sulla questione del voto elettronico.
Grazie dell’attenzione,
Emmanuele Somma segretario del Comitato dei Requisiti del Voto in Democrazia
UNA RISPOSTA
Buongiorno,
ho letto la sua analisi sul voto elettronico in Estonia che si conclude affermando che «Il voto elettronico è quindi in grado di fornire risposte conformi alle esigenze costituzionali». Ciò perché il voto elettronico, come quello Estone, garantirebbe i «seguenti principi costituzionali»
È bello quando qualcuno esprime incrollabili certezze ed sempre un po’ brutto dover infrangere quelle altrui ma purtroppo è mio compito, come segretario del Comitato sui Requisit del Voto in Democrazia richiamarla ad alcune, piccole, questioni che non ha evidentemente considerato in questo suo motivato giudizio costituzionale.
La Corte Costituzionale italiana non è stata mai chiamata a deliberare in materia di voto elettronico, è speranza appunto del nostro comitato che lo sia. Affermare che il voto elettronico fornisca risposte alle esigenze costituzionali in Italia poiché adottato in una repubblica ex-sovietica forse è una tesi azzardata.
La Corte Costituzionale tedesca invece ha affrontato il problema del voto elettronico e pur non escludendolo in teoria ne ha chiaramente decretato la fine in Germania quando ha determinato che il voto elettronico risulta essere incompatibile con la Costituzione, con le fondamenta dello stato di diritto, della Repubblica e della democrazia stessa in quanto l’utilizzo di macchine per il voto, che registrano elettronicamente le scelte degli elettori e gestiscono l’aggregazione e la comunicazione del risultato elettorale, soddisferebbe i requisiti costituzionali solo se i passaggi essenziali del voto e della constatazione del risultato potessero essere esaminati in modo affidabile e senza alcuna conoscenza specialistica della materia da parte di qualsiasi cittadino. Abbiamo integralmente tradotto la sentenza della Corte e pubblicata online qui:
Il sistema elettorale estone sarebbe assolutamente anticostituzionale in Germania.
Ma scendendo nel dettaglio dei principi elettorali che sarebbero garantiti, secondo lei, dal voto estone andrebbe detto che:
Può avere una prima idea delle questioni in quest’articolo del Guardian, ma sarò felice se vuole girarle la vasta letteratura che ho raccolto sull’argomento.
Lo stato ‘smart’ estone è un esempio di estrema invasione nella privacy del cittadino discendente dalla precedente situazione di controllo sociale sovietico che molto mal si accorda con la sensibilità verso la privacy individuale delle moderne democrazie occidentali. All’interno di questo modello, il voto elettronico non è che uno dei tasselli più critici.
Nella speranza di aver fatto cosa utile la invito a considerare la lettura del nostro blog e delle risorse sul sito dove stiamo tentando di fare chiarezza sulla questione del voto elettronico.
Grazie dell’attenzione,
Emmanuele Somma
segretario del Comitato dei Requisiti del Voto in Democrazia