Questo post sarà lungo e articolato, ma l’obiettivo che mi sono prefissato è quello di aiutare gli utenti a conoscere il Web sociale e a farlo nel modo più semplice attraverso l’ingresso nel Fediverso.
Questa prima parte si concentra su un’introduzione generale al Web sociale e a fornire una prima visione “stereoscopica” del Fediverso attraverso due esperienze totalmente diverse: Mastodon e Lemmy.
Sommario del post
- Una noiosa premessa
- Cos’è il web sociale e cosa c’entra con il Fediverso
- App o web? La consapevolezza di una scelta
- Come provare il web sociale iniziando da zero
Una noiosa premessa (che puoi anche saltare)
La prima volta che ho avuto accesso a Internet era la metà degli anni ’90 e, da studente universitario, avevo avuto accesso a un laboratorio informatico dotato di connessione a internet; sebbene non disponessi di alcuna nozione né di informatica né di inglese, iniziai subito a interessarmi delle potenzialità che di lì a un decennio avrebbero portato il web più o meno al punto in cui si trova oggi e fui abbastanza bravo da sfruttarle quasi tutte per aumentare il mio personale bacino di conoscenza della realtà globale.
Di questo percorso lungo, l’unico ricordo che vorrei condividere qui è quello legato a una delle tecnologie che non ho mai sfruttato: i feed RSS/Atom.
Semplificando molto, i feed RSS/ATOM sono flussi di dati creati da alcuni siti web; attraverso un software di ricezione (un feed reader), ogni utente può ricevere aggiornamenti tempestivi ogni qualvolta quel sito pubblica un nuovo contenuto. Il sistema funziona egregiamente e ancora oggi, tutte le volte che ascoltate un podcast, state usando questa tecnologia!
Purtroppo la scarsa alfabetizzazione informatica di base ha fatto sottovalutare al grande pubblico la potenza di questa soluzione, al punto che ormai questa tecnologia viene conosciuta da tutti come “podcasting”, un termine che si riferisce comunemente solo alla lettura di flussi audio e che, questa è la cosa più importante, deriva dalla parola iPod, il dispositivo proprietario di Apple che inaugurò l’epoca della fruizione portabile delle risorse presenti su internet.
Anch’io ignorai l’importanza di questa tecnologia, perché trovavo questa tecnologia troppo complessa da capire e troppo complicata da usare (i software di allora non erano il massimo dell’usabilità). Fui molto contento di scoprire Twitter, la sua capacità di offrire informazione istantanea, di filtrare i risultati di ricerca e di selezionare liste di account informativi da seguire: ormai non avevo più bisogno dei feed RSS. Ecco come ho “perso” l’opportunità di conoscere i Feed RSS o, per meglio dire, ecco come loro hanno perso me.
Ho fatto questa lunga premessa per fare un’analogia tra la tecnologia dei feed RSS/Atom e quella (standard come “ActivityPub”o “AT Protocol”) che potrebbe essere alla base del web sociale libero e, soprattutto, un’analogia tra il modo in cui l’utilizzo consapevole dei Feed RSS/Atom è stato relegato a una nicchia di utenti e come il web sociale potrebbe fare la stessa fine, con ricadute molto gravi sulla società, sulla conoscenza collettiva e sulla stessa democrazia.
L’unica area veramente libera del web sociale è oggi il Fediverso, quell’ecosistema che include piattaforme social differenti ma tutte interconnesse tra loro, piattaforme come Threads (che tuttavia libero non è) o Mastodon (social simili al vecchio Twitter), Friendica che somiglia più a Facebook, Lemmy che sembra il veccho Reddit, Pixelfed che vuole emulare Instagram e tanta tantissima altra roba.
Il Fediverso è una risorsa di diversità e libertà che deve essere fatta conoscere al maggior numero di persone, perché pur non dovendo essere necessariamente la casa in cui devono stare tutti, è comunque la casa che chiunque deve avere la possibiltà di usare.
Il Fediverso non è il luogo in cui devono stare tutti, ma quello in cui tutti devono avere il diritto di accedere
Ho voluto perciò scrivere un post non tecnico, indirizzato prima di tutto ai comuni cittadini ma anche ai decisori (editori, giornalisti, università, amministratori pubblici); il rischio infatti è che le potenzialità del web sociale libero vengano sottratte alla disponibità degli utenti per essere monetizzate dalle solite multinazionali del web.
Cos’è il web sociale e cosa c’entra con il Fediverso
Il web sociale è quell’insieme di piattaforme relazionali che collegano più utenti persone attraverso il Web: parliamo di social network come Facebook, Instagram, Twitter, ma anche di piattaforme video come Youtube o Tiktok e luoghi di discussione come Reddit che dispongono ormai funzioni sociali come i like. Ormai le stesse piattaforme di messaggistica, che tecnicamente non sono “web”, sono ormai arricchite da funzionalità come i gruppi o i “like”.
Il Fediverso nasce proprio per fare in modo che le funzionalità social superino i confini della singola piattaforma (i famosi giardini recintati in cui gli utenti vengono munti dei loro dati personali e comportamentali e perciò della loro attenzione) e creare un mondo in cui l’utente X può mettere un like a un video TikTok o dove l’utente Facebook può commentare un video Youtube o dove l’utente Instagram potesse aprire un Thread su Reddit.
Naturalmente né X, né Meta, né Google, né ByteDance, né Reddit hanno alcun interesse ad aprire il recinto dell’allevamento e anzi, hanno capito che rendere ancora più chiuse le piattaforme è più conveniente: il web sociale delle piattaforme commerciali, grandi o piccole, infatti sembra un servizio all’utente, ma in realtà è un servizio di aggregazione e vendita dei dati personali dei clienti a soggetti che nel caso migliore sono inserzionisti che vogliono vendere i propri servizi o manipolare il consenso elettorale oppure sono sviluppatori di Intellligenze Artificiali che necessitano di addestramento sui nostri contenuti e comportamenti; ma nel caso peggiore potrebbero essere vere e propre spie o criminali che entrano in possesso di dati “accidentalmente” esposti da chi li doveva custodire. Per ottenere tutto questo, l’attenzione degli utenti viene monopolizzata attraverso note tecniche di condizionamento comportamentale, come la ludicizzazione, la ricompense e la riprova sociale che avviene rendendo più facile la creazione di branchi di utenti accomunati da schemi comportamentali e interessi compatibili.
Ecco perché ci sono stati numerosissimi informatici che hanno voluto creare un web sociale aperto, in cui gli utenti:
- possono disporre di una tecnologia web sociale analoga a quella delle piattaforme
- senza essere soggetti alla mungitura continua di dati personali e comportamentali (i social commerciali non sono gratis)
- travalicando i confini artificiali che rinchiudono gli utenti in un’unica piattaforma
- garantendo loro la libertà di scegliersi i contatti e i contenuti con cui interagire, limitando i condizionamenti algoritmici
- consentendo addirittura, come opzione aggiuntiva, a ciascun utente informaticamente esperto di installare un server privato con dentro un social network interconnesso.
La tecnologia per farlo esiste già e una quantità incredibile di alternative software sono ormai disponibili su software libero.
Malgrado la varietà, l’interconnessione, la libertà garantita dalle alternative libere, i software che gestiscono queste proposte sono utilizzati solo da una minoranza di utenti, qualche milione in tutto il mondo, Perché mai?
Le ragioni sono diverse e le analizzeremo alla fine del capitolo, ma ora dobbiamo concentrarci su quelle per le quali nasce questo post:
- finora chi ha avuto le competenze per spiegare questa realtà non è stato in grado di comunicarla e ogni progetto che compone questa realtà viene presentato come a sé stante;
- entrare in questo mondo sembra molto meno facile di quanto non sia, perché tutte le “guide all’uso” si concentrano sulle difficoltà (sulle caratteristiche della singola piattaforma) più che sull’utilizzo
Proviamo quindi a raccontare il social web libero in modo diverso.
App o web? La consapevolezza di una scelta
La maggior parte degli utenti accede alla propria vita digitale attraverso le app del proprio smartphone. Le app consentono Un accesso facilitato ai più disparati servizi Web (social network, video streaming, home banking, etc) o servizi non legati al web in senso stretto (chat, email, mappe, archivi cloud, etc) al punto che ormai un qualsiasi sito web che eroghi anche servizi sembra non esistere se non esiste la relativa app.
Questo ha contribuito a rendere gli utenti più pigri e a sottrarre loro buona parte del controllo che possono esercitare sui parametri di configurazione del servizio. L’interfaccia web Infatti presenta spesso maggiori funzionalità e maggiori opzioni di configurazione.
La quasi totalità delle app viene installata sugli smartphone dai due store più importanti (il Play Store di Google per Android e l’Apple Store per gli iPhone), ma esistono diversi store alternativi per Android e da qualche mese anche gli utenti che risiedono nell’Unione europea possono installare app tramite distribuzioni alternative. Tuttavia gli utenti Android possono forzare il sistema per installare una app da un file .apk (una sorta di pacchetto compresso di installazione).
Le app sono quindi una comoda trappola, perché:
- potrebbero necessitare di un fastidioso e inopportuno accesso privilegato al dispositivo (dati personali, file contenuti, fotocamera, microfono, gps, etc), che può nascondere diversi pericoli ma soprattutto mette i nostri dati a disposizione di un’infinità di inserzionisti)
- impigriscono l’utente che non ha più l’interesse a esplorare il Web, con tutte le sue infinite risorse
- riempiono la memoria del cellulare, costringendovi a comprare dispositivi sempre più capienti e potenti
- bombardano l’utente di notifiche per impadronirsi del suo tempo e catturare la sua attenzione (la risorsa più importante per un inserzionista).
Tuttavia il web sociale ha bisogno di presentare un bouquet di app per rendere facile l’accesso degli utenti.
Rispetto alle app dei social network commerciali, il più delle volte le app del web sociale rimandano l’utente al sito web di riferimento per la creazione dell’account e pertanto, chi vuole iscriversi a uno dei tanti “servizi” del web sociale si vedrà catapultato dalla propria app alla finestra di Chrome (o del browser predefinito) per perfezionare la propria iscrizione.
Detto questo, possiamo avventurarci finalmente nell’esplorazione del web sociale iniziando da zero.
Come provare il web sociale iniziando da zero
Iscriversi al web sociale attraverso uno dei tantissimi servizi del Fediverso è un po’ meno facile che non iscriversi a Instagram, perché dobbiamo scegliere:
- uno tra i servizi esistenti, ossia il tpo di software eseguito dal server in cui ci iscriviamo (NB: questo server viene chiamato istanza): vogliamo un microblogging? c’è Mastodon; vogliamo scrivere post lunghi come su Facebook? C’è Friendica; pubblichiamo foto come per Instagram? Ecco Pixelfed; ci piace la discussione per thread come su Reddit? Lemmy è la cosa più simile; e così via)
- uno tra i server fisici (le istanze), ossia l’indirizzo web, che offre quel servizio con quel software; infatti chiunque può installare un social network interconnesso, purché abbia un dominio, uno spazio server e ci abbia installato uno dei software che abbiamo ricordato poco sopra o altri software diversi.
Qualunque sarà la nostra scelta, dovremo iscriversi a uno di questi server e, a quel punto, sarà necessario fornire alcuni dati obbligatori:
- un nome utente (o UserId) che potrà essere composto da lettere, numeri ed eventualmente alcuni simboli consentiti e che non dovrà contenere spazi
- un’email di riferimento da convalidare cliccando su un link presente in un messaggio inviato dal server (messaggio che nel 50% dei casi dobbiamo cercare nello spam…)
- una password da ricordare
Alcuni server inoltre richiedono di motivare l’iscrizione con una breve richiesta o di risolvere un captcha, ossia un “test di Turing pubblico e completamente automatico per distinguere computer e umani”.
Una volta creato l’account, che potremmo corredare di un nome e di un cognome (vero o fittizio), di una descrizione o di uno o più link al nostro blog o ad altri accoun social, ci ritroveremo con un riferimento univoco che ci identificherà per sempre. Questo riferimento avrà due forme equivalenti che useremo in modo differente:
- un indirizzo univoco chiamato handle, che avra questa forma:
@nomeutente@serverdiriferimento
, una sorta di nome (nome personale) e cognome (nome della famiglia, quello del nostro server) che già conosciamo quando usiamo le email - un link web univoco, che ci identificherà inequivocabilmente sul web, come per esempio:
https://serverdiriferimento/(qualcosa)/nomeutente
L’handle sarà un po’ come l’indirizzo email: un riferimento che ognuno può usare per inviarci un messaggio, il link sarà invece il modo per visualizzare la pagina web pubblica del nostro profilo e, a seconda del software usato, potranno avere qualcosa di diverso a posto di quel “/(qualcosa)/
“.
L’ultima cosa da sapere è che quando creiamo un account su un server, possiamo spostarci su un altro server che esegue quello stesso servizio, senza perdere follower e utenti seguiti (ma lasciando tutti i contenuti vecchi sul vecchio server!).
Una volta compresi questi concetti base, possiamo finalmente entrare nel Fediverso. Ma qual è il modo più facile per farlo?
Mastodon e il microblogging
Oggi come oggi, la porta di accesso più facile per entrare nel Fediverso è sicuramente un account Mastodon, su cui abbiamo scritto già una lunghissima guida all’utilizzo.
Mastodon è un software di microblogging che ha cercato di ispirarsi all’interfaccia di Twitter e che consente agli iscritti di scrivere messaggi di solo testo, di massimo 500 caratteri (il doppio di un account dell’ex Twitter), di allegare immagini, video o sondaggi e di fruire di tutte quelle funzionalità tipiche del vecchio Twitter.
Perché iniziare con Mastodon
I motivi per cui riteniamo che sia la scelta migliore per iniziare sono tanti e vanno ricordati anche perché fanno parte della cultura condivisa degli utenti che già sono nel Fediverso:
- si tratta del software federato più diffuso e questo significa disporre di tanti utenti che lo conoscono e che possono offrire supporto ai nuovi utenti
- esistono così tanti server (o istanze) che è facile trovarne uno della propria lingua o che risponda bene alle nostre aspettative o ai nostri interessi
- si tratta di uno standard di fatto, perché tutti gli altri software del Fediverso hanno sempre cercato di essere compatibili con esso
- è facile da usare perché presenta poche funzionalità
- è facile da usare perché gli sviluppatori lo hanno semplificato anche a livello di interfaccia
- è dotato di un’app creata dagli stessi sviluppatori del software ma è supportato anche da tante altre app indipendenti
- funziona molto bene, nel senso che è veloce e responsivo e i malfunzionamenti sono praticamente scomparsi da tempo.
Come iscriversi
Anche noi di informapirata insieme al responsabile del progetto “Le Alternative” abbiamo aperto un’istanza (un server) Mastodon un po’ particolare dedicata a chi si interessa di scuola, università o giornalismo: si chiama Poliversity.it e chiunque voglia iscriversi può farlo a questo link mentre se avete installato l’app potete cercarci indicando il server poliversity.it
.
Il processo di iscrizione varia a seconda che si faccia da browser o dall’app “ufficiale” (quella sviluppata dallo stesso staff che sviluppa Mastodon). Siccome accedere all’interfaccia Web serve anche per l’iscrizione con le app diverse da quella ufficiale, sarà importante leggere i paragrafi dedicati all’iscrizione via Web, cosa che ci aiuterà anche ad avere un’idea più precisa di come funziona il sistema.
Una volta creato l’account possiamo finalmente iniziare l’esplorazione dei contenuti del Fediverso.
L’esplorazione: conoscere, seguire e interagire, dentro e fuori
Come in ogni ambito relazionale, dobbiamo prima conoscere l’ambiente, poi individuare le persone con cui potremmo interagire con più affinità e infine cercare di interagire con esse e i loro conoscenti. Allo stesso modo, con i social del Fediverso dobbiamo:
- conoscere l’ambiente
- seguire alcune persone
- capire con chi e come interagire
Per conoscere l’ambiente è importante saper maneggiare gli strumenti a propria disposizione e la visualizzazione web è lo strumento più indicato per esplorare. Inoltre l’app di Mastodon (che ricordo, è stata pensata per rinchiudere gli utenti di mastodon.social nel loro recinto) ha reso di fatto difficoltosa l’esplorazione dei contenuti provenienti da server diversi dal nostro. Se vogliamo utilizzare altre app, qui c’è un elenco esauriente delle migliori app di terze parti, ma qui utilizzeremo solo l’app “ufficiale”, ossia quella sviluppata dallo staff di mastodon.
La schermata web di Mastodon è molto chiara e mantiene ancora quelle componenti che un po’ per volta sono diventate “standard” nel Fediverso, oltre ad aggiungere alcune funzioni specifiche di Mastodon.
La schermata di Mastodon e la sua barra laterale. Dalle voci “Esplora” e “Feed dal vivo” è possibile farsi un’idea del Fediverso.
NB: la scheda home ci mostra i contenuti degli utenti che seguiamo o quelli ricondivisi da loro e perciò risulterà vuota fintanto che non iniziamo a seguire qualcuno
Per “vedere” tutti i contenuti che in un dato momento animano il Fediverso, possiamo fare riferimento alla voce “Feed dal vivo” che ci rappresenta tre flussi di contenuti:
- i messaggi degli utenti del nostro server o quelli che i nostri compagni di server hanno ricondiviso da altri server
- i messaggi degli utenti di server diversi dal nostro. Non tutti, ma solo quelli di utenti follower dei nostri amici o dei nostri compagni di server
Fin qui, vediamo solo quello che abbiamo determinato noi, ma proprio per evitare il problema delle schermate vuote, Mastodon ha anche elaborato dei sistemi per visualizzare una selezione di post, di utenti, di hashtag e di link tra quelli più condivisi o quelli che sono stati consigliati dagli amministratori dell’istanza. Ricordiamoci che gli hashtag possono anche essere “seguiti” come se fossero utenti, aggiungendo alla nostra timeline un ulteriore gamma di contenuti selezionati.
Infine è possibile cercare contenuti attraverso la funzione di ricerca che consente anche la ricerca libera.
Possiamo usare la ricerca per trovare contenuti che ci interessano: in questa schermata abbiamo usato la parola “ringrazio” perché ci aiuta a selezionare contenuti di utenti mediamente “gentili“: quelli di chi risponde (gli account semiautomatici non rispondono mai) mostrando riconoscenza…
Abbiamo quindi sfruttato la nostra prima conoscenza dell’ambiente per trovare un po’ di contenuti interessanti prodotti da utenti che potremo seguire.
Se vogliamo possiamo anche crearci delle liste di utenti, i cosiddetti “elenchi“, categorizzandole per argomento (professori, attori, fumettisti, amici, etc).
Per aggiungere un utente a un elenco. bisogna aprire il profilo che ci interessa, seguirlo (a differenza di Twitter, le liste sono solo su utenti seguiti), e selezionare dal menu la voce aggiungi a un elenco. Da lì si aprirà la finestra per aggiungerlo a un elenco esistente o a uno creato ad hoc.
Volendo è possibile esportare o importare elenchi di utenti. Per esempio, a questo link è disponibile un breve elenco di giornalisti. Per importarlo è sufficiente andare alla pagina di importazione e selezionale l’a lista’elenco da importare.
Ora che abbiamo capito come seguire gli utenti che ci interessano, se vogliamo, possiamo iniziare a interagire con loro.
Qui ognuno dovrà comportarsi come meglio crede, ma ad ogni buon conto a questo link possiamo trovare un post che può esserci d’aiuto.
Ci resta solo da vedere un esempio di composizione di un nuovo messaggio e della composizione di una risposta da web o da app
Quando si scrive un nuovo messaggio dalla casella di composizione, possiamo indicare anche dei destinatari, secondo la sintassi dei nomi del Fediverso che abbiamo imparato a conoscere.
NB: in basso possiamo impostare la visibilità del messaggio (per saperne di più c’è la nostra guida)
Il messaggio inviato si è trasformato in una nuova pagina web con un proprio indirizzo (se vogliamo vederlo dal vivo, qui c’è il link) e dall’interfaccia web ci compare così: dei nostri destinatari ora vediamo solo i nomi utente, senza l’indicazione dell’istanza
Dall’app le cose si mostrano in modo leggermente diverso e faremo l’esempio di come un utente dell’app visualizza il messaggio appena inviato
Una volta fatta inviare la risposta dal nostro “utente app” (possiamo vederla qui dal vivo) ecco come la vedremo su web e, facendo click sul pulsante di risposta, verremo reindirizzati sulla casella di composizione per rispondere a nostra volta.
Per rendere un po’ più frizzante la situazione, ecco che l’utente menzionato, proveniente da un’altra istanza, ci risponde. La visualizzazione da web ci rende indistinguibile questo utente dagli altri utenti Mastodon, e quindi non ci rendiamo conto che si tratta di un utente Friendica (un software più avanzato di Mastodon), ma se (cliccando sulla data) andiamo a vedere da dove scrive, ecco la “rivelazione”!
Per interagire non siamo costretti a rispondere a un post, ma possiamo limitarci a far sapere all’autore che ci è piaciuto (premendo la stellina) o, se lo riteniamo interessante anche per i nostri follower, possiamo “boostarlo“, ossia ricondividerlo in favore dei nostri contatti (su twitter si diceva “ritwittare“).
Insomma, in pochi giorni se non in poche ore avremo compreso a grandi linee come funziona Mastodon, ma come abbiamo capito da questo ultimo esempio, per comprendere come funziona il Fediverso dobbiamo spingerci oltre, guardando alle altre piattaforme che lo compongono, con un pensiero al tormentone dei Monty Python:
E ora qualcosa di completamente diverso!
Lemmy e il buon vecchio forum
Lemmy è qualcosa di completamente diverso da Mastodon:
- Mastodon è un social network; Lemmy non è un social
- Mastodon mostra un flusso ordinato cronologicamente di messaggi sconnessi; Lemmy mostra conversazioni annidate all’interno di “comunità“
- Con Mastodon si possono seguire gli utenti; con Lemmy non si possono seguire gli utenti
- Con Mastodon possiamo mettere un “mi piace” (=la stellina) ma anche “ricondividere” (=boost) un contenuto che ci piace; con Lemmy il semplice utente può solo mettere un “mi piace”, ma non dispone del boost (il “retweet”…), ma se vogliamo ricondividere un post dobbiamo inoltrarlo in una comunità diversa (=crossposting differito)
- Mastodon non consente di scrivere messaggi lunghi o formattati (ok, Poliversity lo fa, ma è un’eccezione); con Lemmy si possono scrivere messaggi lunghi e formattati
- Per Mastodon ogni utente è uguale all’altro; Lemmy distingue utenti semplici e gruppi che Lemmy chiama “Comunità” e visualizza queste comunità come se fossero una sorta di “subreddit” o di “argomenti” di un Forum
- virtualmente un utente Mastodon può vedere tutti i contenuti Lemmy; un utente Lemmy può vedere i post Mastodon se e solo se i post in questione sono l’inizio o sono parte di una conversazione Lemmy.
Malgrado questa radicale diversità di natura ontologica, gli utenti Mastodon possono interagire con gli utenti di Lemmy. Vediamo come questa diversità ci aiuterà ad avere una visione stereoscopica e a capire molto meglio la natura del Fediverso: una volta capito Mastodon e Lemmy, allora avremo compreso quasi tutto ciò che un utente deve capire del Fediverso. Per fare questo, non useremo l’approccio delle guide a Lemmy (che consigliamo comunque di leggere), ma cambieremo la prospettiva.
Lemmy visto da Mastodon
Come abbiamo detto, su Mastodon gli account del Fediverso (semplici utenti o gruppi) sembrano tutti uguali, ma questa è una delle tante semplificazioni usate da Mastodon per rendere più facile la vita ai propri utenti.
In alto vediamo come l’app di Mastodon visualizza utenti diversi: nel primo e nel secondo caso stiamo visualizzando una comunità Lemmy (questa), quindi un gruppo Activitypub, nel terzo caso visualizziamo un utente Lemmy (che sarebbe questo) e nel quarto caso un utente Mastodon (che sarei proprio io). Abbiamo indicato con dei numeri i dettagli cui dobbiamo fare caso:
- nelle prime tre immagini, il nome del server, quello che abbiamo chiamato “cognome” fa riferimento a quella che è un’istanza (un server) Lemmy, ossia feddit.it; nella quarta invece fa riferimento all’istanza mastodon poliversity.it
- Nella descrizione possiamo trovare l’indicazione che questo account sia un gruppo, una comunità, un canale, un magazine o rivista o un forum
- Una caratteristica delle comunità Lemmy (ma attenzione, questo non vale per altri tipi di gruppi del Fediverso) è che esse non possono seguire nessun utente: ecco perché sono indicati ZERO utenti seguiti
- una delle caratteristiche dei gruppi è che ricondividono tutti i messaggi che vengono inviati loro; in particolare le comunità Lemmy sono utnti che non possono scrivere dei post propri, ma possono solo condividere post di altri utenti
- Alcuni utenti menzionano espressamente la comunità Lemmy (che in questo caso è @fediverso) anche se altri utenti sembrano non avere bisogno di menzionarla: gli utenti Mastodon, infatti, se vogliono “usare” Lemmy devono menzionare l’utente Comunità in un nuovo post (ossia, non devono aggiungere una nuova menzione alla comunità, all’interno di una conversazione già iniziata), perché questo è l’unico modo per far capire al sistema automatico che quell’utente vuole “usare” la comunità per farle ricondividere il messaggio in favore di tutti gli altri utenti; al contrario gli utenti Lemmy hanno un modo più immediato di pubblicare un messaggio in una comunità
- il punto n. 6 è uguale al punto n.5… ok: succede quando si scrivono i post nei ritagli di tempo, ma non ho voglia di modificare di nuovo le quattro immagini
- Alcune volte possiamo vedere che alla menzione della comunità si aggiunge anche la menzione di un altro utente. I motivi possono essere diversi, ma si tratta quasi sempre di una risposta a un messaggio di quell’utente: come nel caso indicato nell’immagine, quello è spesso l’utente che ha aperto il nuovo Thread
- Alcuni post (come questo) vengono visualizzati nella timeline solo con un paragrafo e, due a capo più in basso, con un link che fa riferimento allo stesso diminio dell’istanza cui appartiene quell’utente: questo è un limite di visualizzazione di Mastodon quando “legge” un nuovo post Lemmy. Siccome i post Lemmy sono costituiti almeno da un Titolo e da un testo, Mastodon riporta solo il titolo e il link al post (https://feddit.it/post/12055754)
A qusto punto, senza aver mai aperto una sola pagina di Lemmy fino al precedente paragrafo, abbiamo quindi capito come è possibile “usare” Lemmy con il proprio account Mastodon. Qui abbiamo scritto un lungo post su cosa sono e come funzionano le comunità Lemmy e altre tipologie di gruppi del Fediverso e qui abbiamo scritto un altro post con una lista ragionata di comunità in italiano; in un altro post invece abbiamo spiegato come usare correttamente i gruppi del Fediverso quando siamo su Mastodon.
“Apriamo” Lemmy
Anche per Lemmy esistono numerosissime app che semplificano l’esperienza utente, ma così come per Mastodon, ribadiamo che l’utilizzo Web è l’unico che ci consenta di capire pienamente come funziona Lemmy.
Lemmy è in assoluto il software più semplice da usare di tutto il Fediverso ed è anche l’unico che consente di registrarsi anche senza lasciare il proprio indirizzo email.
Noi di Informapirata insieme al responsabile del progetto “Le Alternative” abbiamo aperto Feddit.it che al momento è l’unica istanza Lemmy italiana e quindi ci baseremo su questa istanza per gli esempi che seguiranno.
A causa del fatto che non abbiamo richiesto l’obbligo di inserire un indirizzo email e a causa dei numerosi utenti stranieri maleducati che ignorano la natura italofona dell’istanza e bot spammer che si cercano di iscriversi automaticamente a tutte le istanze del mondo, abbiamo vincolato l’iscrizione all’approvazione degli amministratori. Ci si può iscrivere a questo link: https://feddit.it/signup
Il nome utente è identico a quello già usato su Mastodon: infatti su istanze diverse può essere usato lo stesso nome utente; quello che cambia è il “cognome” (=il dominio): @esploratore@poliversity.it è diverso da @esploratore@feddit.it!
La pagina di registrazione può cambiare da server a server. Su Feddit.it, l’inserimento di un’email è facoltativo (2) mentre la registrazione è sottoposta ad approvazione manuale (3) da parte degli amministratori
Effettuato l’accesso, abbiamo: (1) tutti i post iniziali dei thread aperti (ma possiamo visualizzare anche la lista con i commenti di risposta); la possibilità (2) di filtrare le comunità seguite, quelle locali o quelle di tutti i server; l’ordinamento preferito (3); l’elenco delle comunità (4) e una panoramica delle comunità che crescono di più (5)
Se clicchiamo sulla pagina delle comunità possiamo decidere se vedere (1) solo quelle seguite (=quelle cui ci siamo iscritti), quelle del nostro server o quelle degli altri server, ordinarle (2) in base a parametri di attività e, in base ai parametri, visualizzar un elenco con i dati quantitativi sintetici degli iscritti (3) e dei commenti (4)
I parametri di ordinamento sono i più disparati, come riportato nell’immagine seguente:
Guardare il Fediverso con due occhi: Mastodon e Lemmy
Siccome il nostro obiettivo è capire come funziona il Fediverso, dobbiamo provare a capire Lemmy nell’ottica di capire il Fediverso. Iniziamo perciò a guardare insieme Mastodon e Lemmy:
Se ora apriamo due dei post visti nell’immagine precedente, possiamo notare alcuni dettagli:
Questo è un post Lemmy “nativo” creato cioè da un utente Lemmy: intanto ha un “Titolo” (1), e l’autore, come si vede dal link profilo (2) e dal link del post (4), proviene da feddit.it. Il post mostra la comunità (3) di pubblicazione e il testo (5) è separato dal titolo. Quando rispondiamo (6), possiamo formattare il testo in markdown e visualizzare l’anteprima. A destra vediamo i pulsanti per iscriversi (7) alla comunità, creare un nuovo post sulla comunità (8) o bloccarla (9) per non vederla più in timeline
Questo è un post visualizzato da Lemmy, ma non è nativo perché è stato pubblicato da un utente Mastodon (1), come si può vedere dal link originale (2). Siccome Mastodon non dispone del campo “titolo”, Lemmy se lo deve ricavare (3) prendendo il primo paragrafo del post e depurandolo dalla menzione della comunità (mercatino); il testo completo del post (compreso il primo paragrafo) verrà invece riproposto nella casella del testo (4).
Questo è il post originale visto da Mastodon ed è stato creato menzionando la comunità mercatino (2). Dei 3 reboost (=le ricondivisioni), una di quelle è la ricondivisione automatica operata dalla comunità Lemmy “Mercatino”
Come per Mastodon, anche per Lemmy a ogni utente corrisponde un link univoco, ma i link relativi agli utenti e ai gruppi Lemmy, oltre a essere diversi da quelli mastodon, sono diversi anche tra loro:
- il link di un utente semplice @utente@dominio sarà https://dominio/a/utente (con la “a” che sta per “autore”)
- il link di un utente gruppo @gruppo@dominio sarà https://dominio/c/gruppo (con la “c” che sta per “comunità”)
Mastodon ha difficoltà a capire questa distinzione perché, anche se è in grado di identificarli, non distingue gli utenti semplici dai gruppi. Pertanto gli utenti https://dominio/c/stessonome e https://dominio/a/stessonome verranno confusi da Mastodon, che tenderà a ignorare uno dei due (solitamente ignorerà l’utente gruppo). Questo è un primo assaggio di una pietanza dal retrogusto piuttosto sgradevole, ma che ci ritroveremo sempre nel Web sociale basato sul Fediverso: non tutto è compatibile al 100% e molte delle incompatibità fisiologiche in un ecosistema così nuovo e stimolante, possono essere acuite dalla eventuale rigidità, strafottenza o disonestà mentale degli sviluppatori del Fediverso.
Usiamo Lemmy
Se vogliamo fare un po’ di test con le comunità Lemmy, scrivendo da Lemmy o da Mastodon, esistono alcune comunità di test come https://feddit.it/c/test o https://lemmy.ml/c/test da utilizzare per non impegnare le comunità reali e non disturbare gli utenti che le utilizzano; il modo migliore per capire le potenzialità di Lemmy è però quello di usarlo davvero. Le comunità sono molto eterogenee e chi conosce l’inglese può accedere a una comunità che nel fediverso libero per numerosità e varietà, è seconda attualmente solo a quella di Mastodon.
Uno strumento molto utile per esplorare le comunità di tutte le lingue e di tutte istanze è il Lemmy Community Explorer; da qui è possibile operare ricerche per parola chiave, come per esempio la ricerca delle comunità (qui un esempio per la stringa “politic“), ma è possibile anche ricercare le singole istanze.
La gestione per argomenti (questo sono le comunità) è insomma un importante valore aggiunto del Fediverso. Un valore che forse non viene adeguatamente sfruttato da Mastodon e dall’interfaccia web e dalle app (ma c’è qualche eccezione), ma che si va ad aggiungere alla possibiltà di seguire gli hashtag e le liste di utenti. Ma soprattutto, l’esistenza delle “comunità Lemmy” ci aiuta a rispondere a una domanda molto importante.
Esiste un’alternativa ai gruppi Facebook? Sì, esiste!
Come abbiamo visto a proposito di Lemmy, nel web sociale libero basato su ActivityPub esistono degli escamotage per creare account speciali che si occupano di ricondividere automaticamente dei messaggi che rispondono a determinati requisiti e Lemmy non è l’unico sistema in grado di gestirli.
Lemmy
Come abbiamo visto Lemmy ha la capacità di rappresentare in modo graficamente ineccepibile i “topics”, ossia gli argomenti ricondivisi, utilizzando un’interfaccia simil-Reddit, il quale evolveva già l’interfaccia tipica dei “forum” Web.
- Punti di forza: comunità numerosa, rappresentazione grafica intuitiva, valido sistema di moderazione dei contenuti, ogni comunità dispone di un Feed RSS
- Limitazioni tecniche: il crossposting non si può fare se non puntualmente per ogni singolo post e solo dopo l’avvenuta pubbicazione del post originale
- Dettagli tecnici: account automatico gestito – l’account “Comunità” è un account automatico gestito: è automatico perché ricondivide tutto ciò che risponde a un dato requisito (essere menzionato da un nuovo messaggio o essere menzionato dalle risposte al primo messaggio), ma è anche “governato” dai “moderatori” della comunità e dagli “amministratori” del server. Costoro possono limitare gli account molesti in modo che i loro contenuti non vengano più visti dagli account Lemmy (e solo da loro) iscritti a quella comunità
Predecessori, cloni o evoluzioni di Lemmy
Alcuni software come Brutalinks o Lotide hanno anticipato molte delle caratteristiche di Lemmy; altri come Piefed hanno ripreso invece le caratteristiche di Lemmy, aggiungendo alcune caratteristiche di ranking o di ergonomia che sarebbero apprezzate dalla comunità degli utenti.
Discorso a parte riguarda Mbin, o meglio il suo genitore KBin, un software eccezionale che unisce le funzioni “di “forum” di Lemmy e quelle di microblogging tipiche di Mastodon, con un’interfaccia grafica particolarmente elaborata che consente di gestire entrambi i flussi. Purtroppo la sensazione di confusione e di scarsa usabilità lo rendono piuttosto ostico da usare.
Friendica
Per il nostro software preferito abbiamo scritto una lunga guida nella quale si parla anche dei “gruppi” e di come crearli. Friendica è stato il primo software ad aver implementato una gestione dei gruppi molto efficace. Addirittura Friendica ha realizzato anche “gruppi privati” (piano con gli entusiasmi: questi gruppi funzionano solo per gli utenti Friendica) e la cosa veramente interessante è che “l’utente gruppo” è un utente vero e proprio dotato di automatismi condizionali e non un utente automatico, ma può pubblicare un proprio contenuto, rispondere ad altri utenti o aggiungere un like a un post.
Come per tutti gli utenti Friendcia, anche gli utenti gruppo possono delegare la propria gestione ad altri utenti Friendica che dal proprio account possono switchare alla gestione del gruppo.
Come avviene per tutti gli account del Fediverso, a ogni utente Friendica corrisponde un link e non c’è differenza tra account ordinari e account gruppo. Avremo quindi che a @gruppo@server corrisponderà il link https://server/profile/gruppo
- Punti di forza: gli utenti “gruppo” di Friendica sono il tipo di gruppo più flessibile del Fediverso, possono agire come utente vero e proprio, possono essere gestiti per delega da altri account Friendica, consentono il crossposting (un messaggio può essere indirizzato a più gruppi contemporaneamente)
- Limitazioni tecniche: funzioni di moderazione modeste, l’account non può essere seguito adeguatamente da un feed reader (anche se l’account dispone di un Feed RSS, questo si applica solo ai propri messaggi e non a quelli ricondivisi)
- Dettagli tecnici: account semi-automatico gestito – il gruppo Friendica è un account semi-automatico gestito: è automatico perché ricondivide tutto ciò che risponde a un dato requisito (essere menzionato da un nuovo messaggio o essere menzionato dalle risposte al primo messaggio), ma può scrivere messaggi o rispondere ad altri utenti. La moderazione è molto basilare (l’account blocca gli utenti molesti e a quel punto non ricondividerà più i loro contenuti)
Gruppi GUP
I gruppi GUP sono dei bot automatizzati ospitati da un server gestito che esegue il software sviluppato da Immer Space, una cooperativa attiva nello sviuppo di una sorta di second life del Fediverso. Ogni utente del Fediverso può creare un gruppo GUP: vorremmo un gruppo dedicato ai formaggi? possiamo andare nella nostra casella di ricerca e scrivere formaggi seguito dalla stringa @a.gup.pe e magicamente ci apparirà l’utente @formaggi + @a.gup.pe. Ci apparirà sia se quell’utente è stato già evocato da qualcuno, sia se quell’utent non è mai esistito, ma noi a quel punto possiamo menzionarlo per scrivere nuovi thread seguiti da tutti quelli che lo seguono già o seguirlo per ricevere le ricondivisioni dei messaggi che lo menzionano!
- Punti di forza: pensati per gli utenti Mastodon, facilissimi da creare, consentono il crossposting (un messaggio può essere indirizzato a più gruppi contemporaneamente)
- Limitazioni tecniche: nessuna moderazione, l’account non può essere seguito adeguatamente da un feed reader (anche se l’account dispone di un Feed RSS, questo si applica solo ai propri messaggi e non a quelli ricondivisi)
- Dettagli tecnici: account automatico non gestito – il gruppo GUP è un bot totalmente automatico, dalla creazione alla gestione ed è sprovvisto di qualsiasi controllo da parte dell’utente che l’ha creato
Altri gruppi di utilizzo specifico
I “gruppi” Activitypub possono essere utilizzati come canali di distribuzione dei contenuti pubblicati dagli utenti e pertanto anche altri software del Web sociale li utilizzano.
I forum per esempio possono usare i gruppi come aggregatori di argomenti per le conversazioni e Discourse, uno dei software più utilizzati per la gestione dei forum, si sta integrando sempre di più nel Fediverso, federando i propri “topics” come gruppi.
Anche i canali Peertube sono dei gruppi che pubblicano i contenuti degli utenti che hanno cerato quel gruppo; lo stesso WordPress consente di federare i propri blog con l’opzione di far diventare “utenti” gli autori e “gruppo” il blog stesso, ma ne parleremo più avanti. La cosa particolare di WordPress è che, in un blog federato, se all’interno di un post WordPress viene menzionato un gruppo Activitypub, il gruppo ricondividerà quel post.
Continua…
Nella seconda parte (ancora in fase di composizione), affronteremo due software molto speciali: Friendica, il software che offre l’esperienza più completa nella gestione del Web Sociale, e WordPress, il famoso software per la creazione dei blog, che oggi è in grado di fornire un supporto pieno alla gestione sociale dello strumento “blog”.
Vuoi segnalare un errore o dare un suggerimento? Scrivici su Friendica, Twitter, Mastodon o sul gruppo telegram Comunicazione Pirata
Avviso ai lettori: la seconda parte non sarà pubblicata presto… 😅
@[email protected] @fediverso