In occasione della Giornata mondiale della libertà di stampa, ricordiamo ai governi il loro dovere di far rispettare la libertà di parola sancita dall’Articolo 19 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani:
“Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.”
Il giornalista Julian Assange è attualmente ancora detenuto presso il carcere di massima sicurezza di Belmarsh, in precarie condizioni di salute e in isolamento fino a 23 ore al giorno.
La battaglia legale che deve fronteggiare a seguito della richiesta di estradizione da parte degli USA –una battaglia di Davide contro Golia– non ha solo a che vedere con i diritti umani della sua persona, ma con i diritti di noi tutti perché questa è la prima volta che gli Stati Uniti utilizzano l’Espionage Act –una legge risalente al 1917 che non distingue tra la spia che passa segreti al nemico e un giornalista che pubblica documenti nel pubblico interesse– contro un giornalista che non è cittadino statunitense.
Il Relatore Speciale ONU sulla Tortura, Prof. Nils Melzer, Amnesty International, Reporters Without Borders, Freedom of the Press Foundation e altre organizzazioni hanno espresso profonda preoccupazione circa la richiesta di estradizione di Assange ai sensi dell’ Espionage Act poiché gran parte delle attività incriminate sono attività che i giornalisti investigativi svolgono abitualmente (https://www.amnesty.org/…/amnesty-international-joins…/).
Il caso legale di Assange deve preoccuparci tutti perché una sua eventuale estradizione negli Stati Uniti ai sensi dell’ Espionage Act metterà in discussione i limiti cui si può spingere il giornalismo nel mondo occidentale e, di conseguenza, gli stessi principi fondamentali che sono alla base del concetto di democrazia.
Vi aspettiamo il 3 maggio a Roma, Piazza del Popolo, ore 16!
Dal post facebook del Gruppo Italiani per Assange
In occasione della Giornata mondiale della libertà di stampa, ricordiamo ai governi il loro dovere di far rispettare la libertà di parola sancita dall’Articolo 19 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani:
Il giornalista Julian Assange è attualmente ancora detenuto presso il carcere di massima sicurezza di Belmarsh, in precarie condizioni di salute e in isolamento fino a 23 ore al giorno.
La battaglia legale che deve fronteggiare a seguito della richiesta di estradizione da parte degli USA –una battaglia di Davide contro Golia– non ha solo a che vedere con i diritti umani della sua persona, ma con i diritti di noi tutti perché questa è la prima volta che gli Stati Uniti utilizzano l’Espionage Act –una legge risalente al 1917 che non distingue tra la spia che passa segreti al nemico e un giornalista che pubblica documenti nel pubblico interesse– contro un giornalista che non è cittadino statunitense.
Il Relatore Speciale ONU sulla Tortura, Prof. Nils Melzer, Amnesty International, Reporters Without Borders, Freedom of the Press Foundation e altre organizzazioni hanno espresso profonda preoccupazione circa la richiesta di estradizione di Assange ai sensi dell’ Espionage Act poiché gran parte delle attività incriminate sono attività che i giornalisti investigativi svolgono abitualmente (https://www.amnesty.org/…/amnesty-international-joins…/).
Il caso legale di Assange deve preoccuparci tutti perché una sua eventuale estradizione negli Stati Uniti ai sensi dell’ Espionage Act metterà in discussione i limiti cui si può spingere il giornalismo nel mondo occidentale e, di conseguenza, gli stessi principi fondamentali che sono alla base del concetto di democrazia.
Vi aspettiamo il 3 maggio a Roma, Piazza del Popolo, ore 16!
Qui il link all’evento Facebook: https://www.facebook.com/events/208965603989341/